Fiat va a metano. Fiorello spiega perché. Il primo city suv a gas lo dimostra
17/04/2009
Insomma, la risposta qui e ora di casa Fiat al problema ecologico è il metano. Qui e ora, perché già pronta, disponibile, realizzata, indipendentemente da quanto sarà ancora capace di riservare il futuro. Ma anche perché qui la quota di mercato Fiat è pari al 90%, non vivendo dunque male l’auspicata progressiva erosione del numero delle scelte pro benzina, anzi. Ieri a Milano, nella conferenza stampa al tema dedicata, è stata anche presentata la Panda Panda Cross (costa 12.950 euro), in sintesi il primo city suv a gas, che si aggiunge alla altre della gamma Natural Power. Multipla, Doblò, Panda e Grande Punto. Obiettivo: raddoppiare le vendite nel 2009, passando dalle 68.000 vetture alle 120.000 attese. Con il nuovo piccolo suv a puntare sulle 6.000 unità. Sperando che i progetti di diffusione dei distributori (ad oggi sono 660, con 200 prossime nuove aperture) si convincano che il metano per Fiat è strategia, non tattica. Al microfono di youmark Lorenzo Sistino, ad Fiat Automobiles.
Dopo 10 anni l’ora sembra finalmente giunta. E la spinta arriva proprio dal mercato. Lo stesso che sino a poco tempo fa sembrava voltare le spalle all’auto italiana e che ora la premia. Con lo zampino degli incentivi (che nel caso del metano annullano i 3.500 euro di maggior costo). Tanto che i numeri di casa Fiat sono tutt’altro che male, con un marzo che risolleva gli animi, segnando un +13,8% (contro un mercato che flette dell’8%) e soprattutto indicando che è giunta l’era del metano. +253% le vendite nel nostro paese (che è poi uno degli strategici per questa linea) nel medesimo mese.
Insomma, il consumatore sta sollecitando non poco. Tanto che Fiat ha deciso che è il momento di crederci. Dopo un timido tentativo datato due anni or sono, infatti, il metano torna in comunicazione, con una campagna multimedia, in uscita dalla seconda metà di maggio, che ha in Fiorello il suo divulgatore, nell’intento pure di spiegare, di superare i ‘falsi miti’ che scoraggiano l’acquisto. Dalla pericolosità alle minori prestazioni, dal costo alla rinuncia al bagagliaio. Due elementi peraltro connessi. Perché l’aver costretto le bombole sotto i sedili ha significato agire sulla struttura, aumentando il prezzo. E se oggi sono gli incentivi a riportare l’equilibrio annullando di fatto la maggiorazione, domani le economie di scala relative all’aumento dei volumi ci penseranno da sé, fatto salvo il provato risparmio di carburante, che continuerà imperterrito, spanno metricamente stimato nell’ordine del 50%, e soprattutto il vantaggio ecologico, essendo la soluzione meno inquinante oggi immediatamente disponibile.
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