Roberto Greco/Ogilvy&Mather: amo la reclame
14/04/2009
Lo spot soprattutto, ma anche la pagina stampa. Portando l’attenzione alle professionalità post idea che solo pochi sanno riconoscere. Perché è vero, oggi per fare un film basta una telecamera digitale. Ma è ‘Scorsese’ a fare la differenza. Così come basilari diventano in altri contesti il copy e l’art. E fatto che il nuovo pochi lo conoscano non significa che l’adv tradizionale tutti siano in grado di giudicarla. Roberto Greco, executive creative director Ogilvy&Mather al microfono di youmark. Aspettando che anche per la pubblicità arrivi l’ora italiana.
Annosa questione. Forse anche dolorosa, perché chiama in causa i diretti interessati, coloro che questo lavoro lo creano e che dovrebbero incidere, mentre ancora nessuno è riuscito a superare l’empasse. In una carrellata di Cannes che si susseguono, indicando il momento buono per tutti, ma non per noi. E nemmeno il prossimo sembra promettere bene. Con la magra consolazione che pure a livello internazionale sembra emergere qualche cosa che veramente brilla. Certo, sono da segnalare film come Monster, CareerBuilder.com, Sony Bravia, T Mobile, Orange. Ma nulla che sia nettamente sopra. Un ‘Gorilla’ della situazione, per mutare l’emblema del Festival 2008.
Entrando di diritto nella discussione sul cambiamento in atto. Per una comunicazione che rompe gli schemi, permettendo al brief di realizzarsi a partire da ovunque. Un evento, un flash mob, un sito. Abbracciando la completezza degli strumenti a disposizione, ma riportando l’attenzione alla qualità. Perché diventa troppo facile restare acritici di fronte al nuovo, sentendosi, invece, tutti esperti nel commentare la tradizione. Di un film, di una pagina tv. Con il rischio di dimenticare come oltre l’idea ci sia la professione. E come da lì in poi si riesca a fare la differenza. Recuperando l’art direction e il copywriting.
Al punto da invitare tutti a rivedere questi due film. Si tratta della campagna inglese Hovis. Il primo spot firmato oltre trent'anni anni fa da Ridley Scott, il secondo il suo recente proseguo di Ringan Ledwidge. Valgono più di mille parole.
guarda tutti i Nice to meet You