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Hagakure: se non l'alleni la perdi. E i vecchi media ne hanno colpa

07/04/2009

Parliamo della memoria. Di quella delle aziende. Perché tutte hanno molti contenuti nel cassetto. Ma i costosi secondi cui i media tradizionali abituano, hanno portato i più a dimenticarli. Le digital pr, invece, fanno il contrario. Puntano sul racconto. Il che significa aiutare a stabilire relazione e dialogo con i consumatori, in rete, nei social media. Sapendo che questi ultimi vogliono parlare di prodotto direttamente con chi lo fa, non con il marketing, né con la comunicazione e tantomeno con un consulente esterno autorizzato a gestirne la reputazione. Le rp, dunque, in rete non inventano e nemmeno creano a firma di terzi. Anche perché, si sa, nel web chi ci fa muore. Marco Massarotto, Hagakure, al microfono di youmark. 

La sua realtà cresce a ritmi del 300%. E lui stesso sorride ammettendo che la ragione sta anche nella giovane età, essendo stata da lui fondata nel marzo del 2006, su modello ‘California dream’, due amici e un Mac. Fatto sta che il 2008 l’ha chiuso festeggiando il primo milione di euro e che tra i suoi clienti annovera aziende leader nei principali settori merceologici. Da Telecom a Barilla, da Fiat a Zonin. E il new business lo fa il passaparola. Visto che le gare si affacciano solo ora, ma qui l’obiettivo del pricing sembra irrisorio. Esigui, infatti, sono i margini e fondamentale è la qualità dei referenti. 

Che in Hagakure oggi parlano di uno staff di dodici persone. Quotidianamente in contatto con le realtà per cui lavorano. E, nonostante l’attualità della comunicazione pronunci a più non posso il must dell’integrato, con tono secco Massarotto dice no alla diversificazione. Perché la specializzazione è tutto. Già esistendo realtà brave a fare siti, banner e  altro ancora. Meglio che continuino a essere clienti.

 

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