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Antonello d’Elia, communication strategist deepblue - Aegis Media
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Peccato mangiarlo, dal cibo risposte facilitate per i brand

01/04/2009

Perché oggi significa molto. Soprattutto tendenze, innovazione. Rubando il primato a moda e design, il food definisce prospettive per guardare a società, business, mondo. E pure a marche e comunicazione. Con soluzioni che sempre più parlano di pianificazioni a somma diversa dallo zero, senza che nessun media tolga all’altro, interagendo in funzione del ruolo che l’obiettivo ad ognuno assegna. Aegis Media Expert e Deepblue hanno presentato, ieri a Milano, trendfood 09/10, nuova piattaforma di ricerca esclusiva dedicata all’universo cibo. Youmark ne ha parlato con Antonello d’Elia, communication strategist. Ricordando che trendfood è anche risorsa online. Un blog e un account su delicious, avvalendosi della collaborazione dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo.

Il monitoraggio dei trend non è una novità per casa Aegis. Da anni, infatti, il suo progetto trendzoom verifica cosa e perché succede. In diversi ambiti. Il quaderno delle tendenze (2005), I telefilm tra culto e audience (2006), Teen Manifesto (2006), Nightzoom - Viaggio attraverso i mondi della notte (2007), trendzoom videogame - Le nuove frontiere videoludiche (2008). Quest’anno è stata la volta del cibo. Che proseguirà allargando al sostenibile, tema quanto mai impellente. Offrendo alle aziende l’opportunità di workshop mirati, in cui le evidenze e soprattutto le conseguenze dei diversi insight trovano riscontro nella specificità dei singoli business.

Ma veniamo alla ricerca. Sono emersi dieci trend. Che in primo luogo dimostrano come il cibo rappresenti la nostra società. Insieme di nicchie, non più di target. Liquida, in movimento. Con intersezioni e mix prima inimmaginabili. Mainstream è il cosiddetto fast (mooving consumer) good, posizionandosi al centro di una mappa che ha in ascissa positiva l’innovazione, contrapposta al conservatorismo, mentre il positivo dell’ordinata è l’etica, che in negativo è estetica. Così, a seconda del loro grado di adeguatezza alle suddette caratteristiche si vengono a configurare trend quali slow food, susteinable food, word of mouth, pharma food, food design, food star, retro food, soul food purify food.

Con tre macrotendenze a rappresentare maggiormente la nostra era. In primo luogo il più denso e consistente fast (mooving consumer) food. Di cui protagonista principale è il tempo, che crea problemi, ma suggerisce pure soluzioni. Velocità, mobilità e nomadismo le sue parole d’ordine. Ben intercettate dalla 4° e 5° gamma, per fare degli esempi, ma anche dai distributori, oggi persino di latte e di caffè. Invadendo altri mondi. L’intrattenimento, la creatività, la stampa, con Vanity Fair a indicare il tempo di lettura dei diversi articoli. In comunicazione traducendosi in pianificazioni vicine allo stile di vita delle persone. Dunque radio, free press, out of home, ma anche eventi, azioni sul punto vendita, unconventional. Con le marche che si fanno coach, che insegnano, su misura, in un dialogo diretto.

A seguire il susteinable food. Via del futuro, prossimo must have per tutte le aziende. Imponendo una riflessione su tutta la filiera, facendo emergere parole chiave quali catena alimentare, territorio, nuovi modelli di business, design e tecnologia. E qui la conoscenza è tutto. C’è bisogno di sapere, volendo prendere parte attiva, ricercando informazioni su cosa ognuno possa concretamente fare. Biforcando l’asset strategico tra lungo e breve periodo. Tra visioni che rimandano al vantaggio per i prosperi e tattiche di riscontro immediato. Con la comunicazione chiamata a contestualizzare il feel, ossia a dover fare innamorare le persone alla causa, il think, dunque presa di posizione, pensiero, e il do, comportamento, azione.

Infine, il pharma food. Evoluzione dei cibi light e del diet, oggi questa tendenza parla di prevenzione, in una commistione tra sapere scientifico e risorse naturali si guarda alla performance, al cibo come primo rimedio. Sono i nutraceutici, i cosmaceutici, all’insegna del sentirsi bene e dell’apparire belli. Che in comunicazione significa pianificazioni all’interno dello stile di vita proposto, con contenuti e inserimenti che allargano al life style. Insinuandosi lentamente e facendo dell’on line lo strumento principe per una relazione individuale con il proprio interlocutore.

 

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