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Motorola/ Paolo Roccaforte: Razr2 non ama i new media

12/07/2007

Tv e ancora tv. Per Motorola Italia, web ed eventi non sono ancora d’appeal in comunicazione. Lo spiega a youmark Paolo Roccaforte, marketing manager mobile devices business, che presenta il futuro scenario della ‘Seamless Mobility’.

Settanta a Trenta. Per Motorola Italia l’ago della bilancia, in comunicazione, pesa senza ombra di dubbio a favore dei media classici. Non è un caso, quindi, che per il lancio in comunicazione del Razr2 la maggior parte dell’investimento sia stata destinata al piccolo schermo. Da fine agosto, con il media a cura di Mindshare, sarà on air il film firmato a livello internazionale da Ogilvy nei diversi formati che spaziano dal 15 al 60”, con adattamento per il nostro Paese di D'Alv BBDO. Il piano prevede anche stampa e una ‘coda’ web. Unica disgressione un’operazione direct, targata DraftFcb, che coinvolgerà nei prossimi giorni centomila possessori del Razr1.

“Gli eventi fermano il ricordo sul brand. E noi di questo non abbiamo bisogno, visto che godiamo di altissima notorietà. Li amiamo poco perché non consentono di presentare al meglio il prodotto”, spiega a youmark Paolo Roccaforte, marketing manager mobile devices business. “Per non parlare di internet, che ci piaccia o no, qui coinvolge numeri ancora esigui se confrontati con quelli di altri Paesi, e incontra il grande ostacolo dell’ancora scarsa diffusione della banda larga. Che limita moltissimo la creatività. Perché un conto è collegarsi dall’ufficio, dove tutto viaggia ad alta velocità, e un conto da casa, dove può risultare difficile scaricare perfino un’immagine”.

In cosa è diverso l’acquirente italiano di telefoni cellulari rispetto a quello di altri Paesi?
“Innanzitutto per il fatto che l’80% preferisce comprare il telefonino, piuttosto che sottoscrivere un contratto di noleggio con una compagnia telefonica. Questo implica una maggiore informazione sui prodotti e un’alta attesa sulle performace. All’estero un cellulare viene cambiato mediamente ogni due anni, al rinnovo del contratto. Qui anche dopo quattro mesi”.

Concessioni al rosa e alle grandi firme. Significa un cambio di rotta rispetto al vostro target d’elezione?
“Motorola ha da sempre avuto un vissuto più maschile. L’ampliamento della gamma dei colori e alcune edizioni speciali, come il modello Dolce & Gabbana, ci hanno aperto una strada più femminile. I teen ager continuano a non interessarci. Ci sono marchi come Nokia e Samsung che da sempre presidiano quest’area. Sarebbe una inutile rincorsa”.

Innovazione e ricerca. Quanto ‘valgono’ per conservare un primato di vendita?
“Investiamo in nuovi progetti circa il 20% del fatturato globale. Il Razr1, uscito nel 2004, è ancora uno dei più venduti in Italia. Ma rappresenta un’eccezione. Mediamente un cellulare ha un anno di vita”.

Il cellulare come device del futuro. Qual è la vostra posizione?
“La sposiamo in pieno. Da quando alla guida di Motorola c’è il ceo Edward J. Zandler, la nostra mission è diventata quella della ‘Seamless Mobility’. Una esperienza di consumo in cui le persone, in continuo movimento, sono informate, connesse e intrattenute. Uno scenario in cui chiunque ha il potere di controllare tutto ciò con un unico oggetto, decidendo anche quando e con chi comunicare”.




 

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