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Macgregor Hastie/ TBWA\Parigi: possedete le vostre idee per difenderle

09/03/2009

E lui ne ha una di chiarissima. Coinvolgimento. Perché nessuno può pensare di avere i più bravi creativi di ogni paese pretendendo che a loro resti solo la traduzione di un titolo. Così la nuova era della comunicazione Nissan vedrà tutti impegnati in prima linea. Anche perché è importante definire la proprietà dell’idea, con il compromesso italiano a diluirla al punto da non renderla più difendibile. Alasdhair Macgregor Hastie, neo direttore creativo di TBWA G1, rilascia la sua prima intervista nel ruolo a youmark. Facendo i suoi complimenti a Publicis Roma, per la vittoria della gara Alitalia.

L’antefatto è noto a tutti. Alasdhair Macgregor Hastie circa una settimana fa lasciava il network Lowe per TBWA\Parigi, con la carica di direttore creativo di TBWA G1, agenzia che gestisce la comunicazione Nissan in 25 paesi.

C’è da dire che gli ultimi tuoi mesi hanno sopperito alla ‘costanza’ dei tuoi precedenti anni. Come ti senti nel nuovo ruolo, ne sei contento o rimpiangi il ‘nomadismo’ dell’impegno che ti aveva portato a lasciare l’Italia e Publicis per la Lowe?
“Non bisogna mai lasciarsi scappare i treni che passano. Il cambiamento appartiene al senso del nostro tempo. E qui si tratta di una sfida importante. Che l’agenzia e il cliente rendono fantastica”.

Infatti, ti occuperai di Nissan. Un ritorno al primo amore, dunque, tra l’altro assumendo la responsabilità creativa di uno dei pochi brand dell’auto che ancora tengono. Hai già delle idee, in senso strategico, campagne globali, o locali per esempio, e creativo?
“Nissan ha la fortuna di offrire veicoli mirati, tanto da non lasciare scelta a chi vuole quel tipo di prodotto. Il che non significa essere immuni dalla crisi del settore. Non a caso, gli indirizzi strategici di medio lungo su ecologia, rispetto dell’ambiente, auto elettrica, si stanno tramutando negli obiettivi dei prossimi tre mesi, sia in senso produttivo, sia creativo. Un’urgenza, dunque, che ci vede già da oggi impegnati, perché occorre agire subito. Nonostante sia in TBWA da una sola settimana, il lavoro è già avanti, la prima campagna a mia firma vedrà luce a maggio. Puntando sul coinvolgimento dei diversi paesi. Dall’esperienza Renault, infatti, ho imparato che il cliente che vuole accaparrarsi i migliori creativi di ogni realtà locale non può delegare loro solo la traduzione di un titolo”.

Che aria tira a Parigi e in TBWA, indicata quale sigla tra le più innovative?
“I parigini si proteggono. La Francia è sciovinista. Ad esempio, lo scorso venerdì, Citroen ha acquistato tutti gli spazi pubblicitari de Le Figaro. Un bell’esempio di reciproco sostegno. Città a parte, sono orgoglioso di essere in TBWA. L’altra sera ero a cena con Jean Maria Dru. Mi ha detto che non siamo un’agenzia, ma un’azienda innovativa. Il prodotto, infatti, non è solo la comunicazione, è tutto quello che diamo al cliente. Per questo non saremo mai una sua dependance, un fornitore”.

L’11 marzo a Roma Upa-AssoComunicazione tengono un summit dal titolo: ‘Tutto cambia, cambiamo tutto?’ In sintesi, cosa cambieresti subito del sistema della comunicazione italiana, ora che la osservi dall’esterno?
“In Italia manca l’innovazione. Stesse facce, stesse storie. La comunicazione ha troppi filtri. Si diluisce l’idea al punto da cancellarne la proprietà. Rendendola indifendibile. Troppi i compromessi. L’innovazione, invece, ha bisogno di persone che possano prendere decisioni, assumendosene la paternità. Senza dimenticare che in Italia la comunicazione ha poco peso. Politico, economico sociale. In Francia, ad esempio, tutti sanno chi è Bolloré, o Lévy. Senza dimenticare che Carla Bruni è stata presentata a Sarkozy da Séguéla”.

 

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