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Pirovano/Camera nazionale della Moda: egocentrica per business

04/03/2009

Milano Moda Donna Autunno/Inverno 2009/2010. E’ già tempo di bilanci. Con la stampa internazionale a non aver tradito le aspettative, mentre i compratori, come atteso, ad esserci stati tutti, ma in delegazioni inferiori. Sentendo il peso della crisi americana. Che con la sua distribuzione organizzata non poteva non lasciare il segno. Al microfono di youmark Giulia Pirovano, direttore generale Camera Nazionale della Moda Italiana. 

Insomma, la crisi si sente eccome. Con i grandi ordini americani a lasciare sul piatto una realtà di delegazioni Usa che passano da venti a quattro persone, incidendo nelle sorti dei volumi di venduto, controllando le catene rappresentate 100, 150 negozi ognuna. Con la capillarità della distribuzione italiana a farsi bandiera di uno scampato pericolo, in nome di una pluralità che garantisce indipendenza. 

Sul fronte della creatività, invece, non si nasconde l’ orgoglio per il talento nostrano. Non solo mostri sacri, dunque, ma anche nuovi talenti. Già affermati ed esordienti. Con il progetto Fashion Incubator finaziato dal Comune di Milano ad agevolarne la scoperta, definendo quella che sarà la nuova generazione di un made in Italy da esibire. 

Per una moda che sente di doversi difendere dalle accuse di snobismo, spiegando l’autoreferenzialità congenita con la ragione del business. Perché nelle sue settimane l’obiettivo non è far guardare, ma vendere. Con gli stessi spazi a remare contro l’apertura al grande pubblico, non disponendo delle location che caratterizzano i Saloni. Seppur quello del Mobile inizi a rappresentare anche per il fashion occasione di show out, attraverso l’espediente delle home collection.

 

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