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Marco Fanfani
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TBWA\Italia: è la consistenza l’arma per crescere

10/07/2007

La vera notizia di questo Cannes? P&G che torna e vince, dopo 35 anni. Più per voglia di attrarre creativi di grido, che per altro. Il male del mercato contemporaneo? La corsa al ribasso che penalizza l’acquisizione di nuove risorse, visto che le più valide vanno dove la remunerazione può rispecchiare le capacità. La creatività italiana? Ben quattro Telco che fanno comunicazione con i testimonial. Non succede in nessun altro Paese. Lo hanno detto Marco Fanfani e Fabrizio Russo, ceo e cco TBWA\Italia, presentando Fedele Usai, nuovo direttore generale della sede di Roma.

Il management TBWA\Italia ha invitato  ieri a Milano, 9 luglio, la stampa specializzata a colazione, per fare il punto. Una consuetudine, arrivata ormai al suo sesto anno. In primo luogo il trend di crescita, che prosegue segnando un + 8% e che prevede un ulteriore aumento per fine 2007, a quota + 10%, equamente suddiviso tra clienti italiani e internazionali. Tra quelli acquisiti nel 2006, Eni, Bnl, Ipo Piaggio, Grandi Salumifici italiani, Fox International Channel, l’unico a non figurare tra le attività del successivo 2007 è Ferrovie dello Stato. 

“Un cliente perso dal mercato, più che solo da noi”, ha commentato Usai, sottolineando come la comunicazione non sarà tra le prossime prerogative di Ferrovie. In compenso, nei primi mesi del nuovo anno, McDonald’s e Findomestic si sono aggiunti alla scuderia, mentre la gara Poste attualmente in corso potrebbe cambiare le sorti di una collaborazione durata cinque anni. 

Insomma un quinquennio più che positivo, come testimonia anche la nuova direzione generale della sede di Roma, affidata a Usai. Russo parla di consistenza, nel senso di valore di un’agenzia che facendo perno sulla continuità, di approccio e di persone, convince.

In merito alle gare, poi, Fanfani, sottoscrive pienamente le regole AssoComunicazione, affermando di partecipare solo a quelle che le garantiscono. “Il male del mercato, piuttosto, è la corsa al ribasso”. Ragionata sia in ordine alla qualità dell’intervento richiesto, con le agenzie coinvolte più come fornitori che consulenti, sia alla remunerazione. Il tutto in nome di un ‘risparmio’ che per il cliente è irrisorio, ma che per l’agenzia si traduce nella difficoltà ad attrarre nuove risorse degne di nota. Cosa di cui il mercato avrebbe veramente bisogno. Perché i nuovi media sono dei giovani.

Per finire, uno sguardo sconsolato all’ultimo Cannes. Se da un lato Russo evidenzia il ‘ritorno’ di P&G quale buon segno per il mercato, dall’altro si 'offende' per l’assenza italiana. L’entrata in short list del film ‘La grande famiglia’ Vodafone, a firma 1861 United, semplicemente rappresenta l’utilizzo creativo del testimonial. Una strategia, tra l'altro, seguita da tutte e quattro le Telco nostrane.

Forse perché Totti, piuttosto che Gattuso, Paris Hilton, e via andare, è quello che vogliono gli italiani per convincersi a comprare? Ha chiesto youmark a Russo. 
“Non voglio crederlo. Più che altro penso sia perché la comunicazione naviga a vista. Una competizione basata sul day by day , più che sulla costruzione a lungo termine".

 

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