Marino/FilmMaster: cordate contro la crisi. Ma che partano dalle aziende
24/02/2009
Superando la comunicazione l’egoistica visione a comparto. Perché il problema coinvolge tutti. Clienti, agenzie, case di produzione. Un mercato che non interessa a nessuno, come dimostra l’assenza del tema nelle discussioni di Palazzo, e che, dunque, deve imparare a pensare a sé. Soprattutto in questo periodo, con la crisi a richiedere anticorpi, in nome della sopravvivenza. Il come, l’aveva già introdotto al microfono di youmark Giorgio Marino, presidente FilmMaster, lo scorso dicembre. Oggi, glielo abbiamo chiesto nel dettaglio .
Ed è un vero piacere ospitare tra le nostre pagine la prima proposta concreta. Perché troppo spesso le argomentazioni cadono in sterili piagnistei, in cui non si riesce a superare il tunnel di una costante ricerca di maggiori risorse che non ci sono, piuttosto che di inutili trionfalismi, per un’effimera gloria da prima pagina che non inganna più nessuno.
La crisi, infatti, dovrebbe rappresentare l’occasione per ripensare il sistema. La ricetta è già pronta. Manca il cuoco. Che non può essere che il cliente. Solo l’azienda, infatti, è in grado di farsi fautrice di vere e proprie cordate per la crisi. Agenzia e casa di produzione che insieme decidono di azzerare i propri utili per il 2009, razionalizzando pure le spese, in cambio di una scommessa.
Non un gara, che costa sempre di più e che distoglie i cervelli dai brand, tanto è l’impegno teso a vincerle. Una dopo l’altra, perché l’infedeltà delle successive scelte non consente di costruire rapporti. Solo singoli progetti, per una strategia del numero, che contrasta con il valore. Ma che oggi è l’unica via per la sopravvivenza.
La scommessa, dunque, diventa scelta consapevole. Non sul presupposto di un brief, ma valutando a monte chi far sedere al proprio tavolo, per lavorare assieme almeno uno, o due anni. Con la comunicazione disposta a far fruttare al massimo le risorse disponibili, credendo nella creazione di valore, per il brand, ma anche per se stessa.
Come detto, dunque, utili a zero, ma anche riduzione al minimo delle spese da coprire. Perché oggi l'obiettivo è tornare a pianificare. Costruire rapporti, ridando efficacia strategica alle azioni. Quando la crisi sarà passata, infatti, sarebbe importante aver cambiato mentalità tutti. Tanto l’attuale non fa più bene a nessuno.
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