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Un soggetto della campagna firmata La Scuola di Emanuele Pirella
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Laura Inghirami: quando a parlare è la camicia

20/02/2009

Se alla pubblicità della moda venisse tolto il marchio, sapreste riconoscerla? E’ da questa premessa che Laura Inghirami, responsabile marketing e responsabile Itc Promotion, agenzia interna del Gruppo Inghirami, parte per raccontare il suo modo di intendere la comunicazione. Perché, soprattutto, a emergere deve essere il prodotto. Non la modella, o l’immagine, evidenziando quelli che sono i valori e le peculiarità di ogni marchio. Il che vale anche per la strategia distributiva, che guarda all’apertura di nuovi punti vendita. E a chi accusa la moda di essere troppo cara risponde “per noi, da sempre, il rapporto fashion - qualità - prezzo è centrale”.

Partiamo dalla vostra natura. Siete, infatti, un'azienda che resta saldamente in mano alla famiglia fondatrice. Cosa significa nella realtà italiana e cosa in quella internazionale, in un momento in cui l’idea di economia globalizzata soffre del peso dell’attuale crisi?
“Il nostro gruppo è di fatto una filiera. Dalla filatura e tessitura alla produzione di tessuti, secondo le specializzazioni, alla confezione attraverso le nostre aziende di abbigliamento. E tutto è da noi direttamente controllato e garantito”.

Nel settembre 2008 sceglievate La Scuola di Emanuele Pirella. Quanto era durato il rapporto con l’agenzia precedente e cosa vi ha convinto nella nuova scelta?
“Nel passato recente ci siamo avvalsi di varie agenzie, scegliendo in base alle esigenze dei singoli brand da promuovere. Abbiamo riscontrato ne La Scuola di Emanuele Pirella interlocutori particolarmente sensibili, tanto da instaurare un rapporto che prevede un percorso futuro da percorrere insieme per due dei nostri marchi, Ingram e Reporter”.

Quanto conta per voi la comunicazione e quali le azioni cui maggiormente ricorrete?
“La comunicazione, soprattutto se mirata è molto importante. Dall’advertising agli eventi, sottolineando le operazioni a sostegno dei punti vendita in Italia e all’estero”.

Il fotografo Oliviero Toscani non manca occasione per criticare la moda, stimando i suoi canoni superati e lontani e imponendo all’intero settore un ripensamento, a partire dal modo di comunicarla. Qual è il vostro pensiero in merito? Ritenete che effettivamente un certo mondo legato al fashion sia finito per sempre, nonostante le stesse riviste che ne veicolano i messaggi continuino a proporlo?
“A nostro avviso è sempre più forte l’esigenza di differenziare le immagini delle campagne per caratterizzare maggiormente il prodotto evidenziando quelli che sono i valori, le peculiarità di ogni marchio. Bisognerebbe interrompere la consuetudine di pubblicare bellissime fotografie nelle quali, se si eliminasse il marchio, si sarebbe nella difficoltà di riposizionarlo in modo corretto perché si assomigliano tutte. Così come siamo convinti che pure l’utilizzo di testimonial nell’abbigliamento sia un altro modo per catturare l’attenzione senza focalizzare il vero protagonista, il prodotto”.

Avete annunciato importanti investimenti per l’apertura di nuovi punti vendita. Come si articola la vostra strategia in merito, quanto conta il punto vendita per il vostro business?
“Il punto vendita è molto importante, è la vetrina del nostro mondo. Il posto dove il cliente fisicamente entra, visualizza e constata l’ottimo rapporto tra fashion, inteso come studio propositivo di modelli, tessuti, dettagli, qualità nella realizzazione e prezzo. Caratteristiche sempre più importanti, che richiedono un impegno costante di risorse. In merito alla strategia degli investimenti relativi all’apertura dei nuovi punti vendita, parte dal prodotto, che è sempre il vero protagonista, e si articola nell'identificazione delle location, selezionate accuratamente secondo il nostro sistema strategico, nella scelta dell'arredo, nell'assunzione di personale qualificato e costantemente aggiornato, nella promozione continuativa e mirata”.

Alla moda viene mossa l’accusa di essere troppo cara. Portando alla ribalta il tema del made in Italy. Presunto o paventato. Qual è la vostra opinione in merito?
“Noi portiamo avanti la nostra ‘politica’, così come spiegato nelle risposte precedenti. Come già evidenziato, dunque, particolarmente sensibile, da sempre, al rapporto fashion - qualità - prezzo”.

 

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