Tettamanti/Carat: non bottoni, ma talenti. Gara Ferrovie ancora aperta
02/02/2009
E il senso è duplice. Da un lato, la risposta alla provocazione di recente lanciata da un responsabile comunicazione d’azienda, dall’altro il senso della nuova visione che, se sostanzialmente ha già preso corpo all’interno di Aegis Media, formalmente verrà a breve ufficializzata, con le sigle Carat e Vizeum a rappresentare la risposta problem solving al mercato, integrando le diverse specializzazioni, dal tradizionale al digital. Giorgio Tettamanti, coo Carat Italia, al microfono di youmark.
Perché mai come oggi ‘il media’ è un’attività complessa. Dalla conoscenza del consumatore alla definizione dei modi per raggiungerlo, mettendo in campo professionalità di livello strategico, ma anche strumenti, così come persone capaci di tradurre il tutto in operatività, in pianificazioni che interpretano l’evoluzione dei media tradizionali e il valore dei nuovi.
Con l’engagement tra marca e consumatore ad esprimersi su più piani, attraverso diverse leve, imponendo il controllo dei contenuti, meglio, la loro coerenza. Perché tra above e below the line il confine non è più netto e la personalità dei brand deve apparire uniforme, qualsiasi sia il canale di riferimento.
Mentre non sembra potersi dire generalizzata la tendenza alla concentrazione dei budget multinazionali in un’unica sigla. Non traggano, dunque, in inganno le recenti decisioni Renault e Kellogg, per fare i nomi di due casi che vedono Carat coinvolta. Si tratta di un agire da sempre esistito, senza attuali accelerazioni così degne di nota. Seppur la crisi potrebbe favorire ulteriormente le scelte di concentrazione, non solo per ‘saving’ ma anche per efficienza.
Senza dimenticare l’efficacia, che è quanto ha permesso a Carat di chiudere bene un 2008 non così facile. Grazie ad acquisizioni rilevanti, tra cui H&M, Burani, Sisal. Ed Ecolamp, un cliente che non tarderà a far parlare di sé, dovendo ricorrere la sua mission alla comunicazione per diffondersi.
Ancora aperta, invece, la gara media indetta da Ferrovie. Infatti, nonostante Carat si posizioni in testa in quanto a valutazione tecnica, sospeso è il giudizio sull’offerta economica. Dunque, se perdesse, non ci sarebbe da chiedersi il perché.
E a proposito di gare, ce ne sono di buone e di non. A fare da spartiacque, regole chiare, rispetto delle deadline, metro di valutazione stabilito e contenimento dei tempi. In super sintesi, dunque, è basilare poter sapere. Conoscere. A cosa si partecipa, come si partecipa, per quanto tempo e perché. Senza possibilità di modifiche in corso d’opera.
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