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Fronzoni: la remunerazione non è tutto. Aperte le gare Yakult e Sole 24Ore

26/01/2009

Nel senso, no a ‘proposte indecenti’, ma neanche sì ad accettare il mero valore economico, inteso come scambio costo prestazione, quale motivo determinante. Dalla scelta delle gare cui partecipare - come le recenti Sole 24 Ore e Yakult (in lizza insieme a Jwt agenzia in carica, Armando Testa, D'Alv BBDO e Red Cell)  - alla definizione di cliente doc, Alessio Fronzoni, amministratore delegato Lowe Pirella Fronzoni, fa discriminante ‘il bene dell’agenzia’. Perché sta tutta lì la differenza. Nell’alzare o meno la barra. Lasciando ad altri rapporti mordi e fuggi, che spesso costano troppo per averli e che non restano neanche il tempo necessario per recuperare tutti gli investimenti in loro nome sostenuti. 

Così, con tutto il rammarico per aver perso degli amici, oltre che dei clienti, si è chiuso senza rimpianti il rapporto con il Gruppo Editoriale l’Espresso. Perché per l’agenzia è impensabile lavorare in perdita. Credendo che il suo bene debba venire sempre prima di tutto. Non a caso, chiusa quella parentesi, la Lowe Pirella Fronzoni ne ha aperte molte altre. Acquisendo i budget Better e Totosì del Gruppo Lottomatica, iniziando, con il lancio della iQ la collaborazione con Toyota, così come inaugurando il via della comunicazione Quixa, tanto per citarne alcune. 

Sempre nell’ottica di alzare la barra. Grazie a clienti che sanno motivare l’agenzia, che ne sanno far crescere il livello. Perché capiscono la rilevanza del rapporto. Interpretando creatività e comunicazione come strumenti di reddito, ma anche di costruzione della marca. Obiettivi di breve, dunque, ma anche di lungo. E il segreto sta tutto qui. Specie in un periodo di crisi come quello attuale, dove è la reciproca motivazione a permettere la ricerca di vie alternative, la proposta di soluzioni nuove, che arricchiscono, indipendentemente dal loro essere o meno adottate. 

Così, anche i clienti che chiedono molto in termini di remunerazione, e che sanno di ottenere più di quanto pagano, per avere senso devono comunque garantire la vita e lo sviluppo dell’agenzia. Magari attraverso forme alternative di ricompensa. Ad esempio ad incentivo, facendo partecipare ai risultati ottenuti. Senza dimenticare che anche le sigle devono continuare ad investire su loro stesse. Grande il credo nel training, dai corsi di negoziazione per i creativi a quelli di inglese per tutti. Una formazione ‘rotonda’ capace di creare la classe dirigente di domani. Nonostante lavoro e business, fortunatamente, pressano.


 

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