Nel futuro di internet lo spettro dell’abuso
14/01/2009
E la minaccia pare aggravarsi di anno in anno. Stando agli ultimi dati rilevati dal Digital Future Project 2008, infatti, i genitori sembrano lanciare un preoccupato sos. Sotto accusa il crescente tempo che i figli dedicano alla rete. Con effetti non così qualitativamente positivi. Al punto che i problemi derivanti dall’abuso, che hanno caratterizzato la recente storia degli altri media, sembrano riproporsi amplificati anche per il web.
Nel dettaglio. Ben il 13% dei genitori accusa la rete di far trascurare dai figli gli amici. E la percentuale mostra una crescita costante negli ultimi tre anni di rilevazione. In aumento anche il numero di giudizi negativi sull’influenza che il web eserciterebbe sui ragazzi, al punto da esprimersi qualitativamente in senso non certo positivo. Non sorprende, dunque, che a vedere l’online come minaccia sia il 53% degli intervistati, contro l’appena 24% che smentisce.
E nemmeno community e social network convincono. Il 63% dei genitori non è per niente soddisfatto della partecipazione del proprio figlio a questi luoghi di aggregazione virtuale. Mentre è appena il 15% a vivere il fatto come positivo. In ogni caso, il fenomeno è più che raddoppiato nell’ultimo anno e sembra non preannunciare crisi. Il 71% dei partecipanti ritiene il ruolo di questi siti importante per la propria vita e il 56% fa seguire ai contatti in rete anche incontri fisici, di persona.
Note positive pure in merito all’utilità della rete. Se nel 2006 era solo il 66% degli intervistati (tutti coloro che hanno dai 17 anni in su) ad ammetterne la forza informativa, oggi la percentuale sale all’80%, battendo qualsiasi altro media (tv 6%, radio63%, quotidiani 63%). Ma anche relativamente alla partecipazione a cause sociali. Così come alla politica, sebbene nella riflessione la maggior parte dichiari di non intendere una maggiore influenza, visto che nemmeno internet riesce ancora a permettere alla gente di contare di più.
Infine, uno sguardo alle attività più gettonate. Non sorprende il primo posto dell’e mail (96%), seguita da ricerche senza specifico obiettivo (71%), ricerche di news (60%) e di informazioni sui prodotti (43%). Ancora, servizi finanziari e bancari (38%), instant messaging (37%), giochi online (35%) e ricerche di contenuti divertenti (25%).
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