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L’alcol va in internet, ma Reyka lo fa naif

27/06/2007

In Usa il trend sta dilagando. Gli alcolici scappano dagli spazi super affollati dell’advertising classico per aprirsi un varco in quello che sta diventando il media d’elezione per il target dei 25/35enni: il web. Un approdo in massa che non ha tardato a suscitare anche aspre polemiche.

Lo ha fatto anche la William Grant & Sons per lanciare Reyka, vodka al 100% islandese. Ci ha creduto talmente da investire l’intero budget su una campagna online e su un sito dedicato, www.reykavodka.com, entrambi ideati dall’agenzia Dead As We Know It (www.deadasweknowit.com/) di New York, con la direzione creativa di Mikal Reich

Reyka ha seguito la scia di una svolta media già adottata oltre oceano da colossi come Anheuser-Busch, che solo pochi mesi fa ha lanciato bud.tv (http://www.bud.tv), ambizioso progetto di brand Tv che al momento non pare però dare risultati in linea con l’investimento, Pernod Ricard (http://www.whatdoyoubringtotheparty.com
http://thisisthelife.msn.com/) e Diageo (http://www.smirnoffice.com) .

Ma Reika ha osato di più, rendendo la sua creatività distintiva. Ad ispirare la campagna, infatti, è un’idea surreale, che si discosta completamente dalle visioni tipiche del mondo patinato dei drink e delle persone che lo frequentano. Fa largo uso del fumetto e propone un modo di essere assolutamente naif. L’Islanda, disegnata in bianco e nero, diventa così un luogo bizzarro, abitato da personaggi bizzarri.

I tre spot ‘Water’, ‘Firsts’ e ‘Flavored’ sono stati prodotti dalla londinese Hsi (www.hsiproductions.com/ ), che ha curato anche l’animazione, per la regia di Barney Clay e la fotografia di Tom Townend.

Ma l’approdo ‘in massa’ degli alcolici su internet ha già sollevato le prime polemiche. Diverse associazioni a tutela dei giovani consumatori avvertono il ‘pericolo’ della scarsa possibilità di controllo del mezzo e quindi della larga diffusione di messaggi che incentivano l’uso di drink fra i giovani. Nonostante le ‘barriere’ legali, tra cui spicca la richiesta della maggiore età che varia da nazione a nazione, posta come limite all’accesso ai contenuti di questi siti.

 

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