Sternai/Mrm: immagine e prodotto non bastano. E non per colpa della crisi
12/12/2008
Customer utility. Nel vero senso della parola. Assumendosene pure il rischio. Perché l’affermazione non è certo sexy, dunque deve puntare ai risultati. Interpretando un credo che vede nell’utilità l’unico paradigma percorribile dalla comunicazione. Una missione, che significa capacità di costruire per le marche progetti fruttuosi per i loro clienti. Perché oggi l’immagine non basta più. E tantomeno ci si accontenta del prodotto. Come al microfono di youmark spiega Michele Sternai, presidente e amministratore delegato MRM Worldwide .
E la crisi qui non c’entra. La trasformazione, infatti, è maturata nel tempo, con il web 2.0 ad aver minato il monopolio della comunicazione nel costruire immagini e il diffondersi di tecnologie e know how ad aver annullato la leadership del prodotto, lasciando che il mercato fosse invaso dall’omologazione.
La differenza, dunque, la fa la capacità di regalare utilità. Come dimostra la recente case history Ups, con un Widget a permettere di monitorare costantemente il percorso delle spedizioni, tanto che la campagna, tv, stampa e affissione, ha potuto misurare nel numero di pupazzetti scaricati sul pc il suo successo.
Utilità, dunque, come fine, attraverso il mezzo dell’integrazione. In Mrm di recente sottolineato dall’'ingresso di Alex Brunori quale capo della creatività. Dando pure buoni frutti. Tra cui la campagna di lancio di Lufthansa Italia.
Perché la capacità di creare e sviluppare nuovi ambienti di comunicazione è strategica. Ecco perché, grazie a un cliente come Microsoft, si è investito per far andare alcuni collaboratori a Seattle a imparare a usare Silverlight, diventando la sola agenzia Italiana in grado di sviluppare non solo in Flash. O perché da 3 Italia si è acquisito un professionista per operare su interfacce legate al mobile. Il fatto tecnologico, infatti, detta i tempi del gioco. Non a caso reparto creativo e reparto sviluppo devono lavorare assieme.
Ricordando che il business oggi è per la maggior parte nel digitale, cui compete il 70% del fatturato, dai siti ai social network, alle campagne online. Il 25%, invece, riguarda il crm a tutto tondo, realizzato per clienti come Opel e Saab. Mentre il restante fa capo all'adverising e al direct tradizionale. Infine, per quanto riguarda il 2009, la previsione è ancora di crescita, seppur rallentata. E la colpa è un po’ anche della tv.
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