Simone Merico/K-events: integrati, ma senza l’adv
30/09/2008
Ossia, consulenza a tutto tondo. Perché l’evento oggi è leva di marketing, strumento strategico, elemento da cui partire per costruire percorsi, progetti di comunicazione integrata. E fine a se stesso non ha più senso. Simone Merico, amministratore delegato K-events, ci racconta perché guardare oltre è necessario. Ma di diventare anche agenzia di pubblicità non se parla nemmeno.
Potendo, invece, contare sulle altre realtà FilmMaster Group per tutto il resto. Ricordando che K-events non è solo grandi show, ma pure Corporate e Pr, ossia universo aziendale, attraverso una Business Unit dedicata. Così come guerrilla e ricerca, dalla newsletter digitale Not all’attività di Kappademia, tavolo di incontro allargato per specializzazioni che vanno dal cinema al design, in cerca di nuovo talento per gli eventi, e non solo.
Perché oggi la forza di una realtà va misurata soprattutto sul pre, sulla capacità di partire dalle esigenze di comunicazione del brand, di cui l’evento diviene leva. Intendendo per acquisita l’eccellenza esecutiva. Puntando molto sulla creatività, sui contenuti. Soprattutto sugli obiettivi.
Tanto che, più che al Roi, l’attenzione va al Roo, ossia ritorno sull’obiettivo, che deve sempre essere definito e chiaro. Costo contatto e Grp, infatti, qui perdono ogni senso, troppi gli elementi a impattare sul fine.
E se la nuova era parla di consulenza, sono ancora stretta minoranza le aziende illuminate. Quelle che iniziano ad allungare l’arco temporale della collaborazione, individuando, tramite gara, le 2-4 agenzie che a rotazione seguiranno i loro eventi del biennio.
Per il resto è ‘toccata e fuga’. Gare per vincere un progetto. A volte nemmeno così ‘pulite’. In ogni caso non regolamentate. Veri e propri tornei, con dodici realtà in lizza, senza dare valore ai curriculae individuali, a quanto sino ad ora fatto. Sprovviste del rimborso. A volte indette su possibilità, non su esigenze. Prive di tutela del copywriter, con il rischio di vedere le proprie idee realizzate in eventi altrui. L’assenza di valorizzazione della parte creativa, che invece qui è tutto, dalla scelta della location alla spettacolarizzazione.
Confidando sul lavoro della consulta. Se non altro quale occasione di confronto e selezione, per un mercato che oggi esiste e si dichiara, nell’intento di diffondere la propria cultura.
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