Come dobbiamo essere per trovare lavoro tra cinque anni
23/09/2008
A porsi la domanda è una ricerca qualitativa presentata ieri a Milano, nell’ambito della prima edizione del convegno annuale sul lavoro organizzato da 'Corriere della Sera' e Trovolavoro.it, condotta da Renato Mannheimer che, a completamento del panorama di riferimento, ha anche espresso i dati della quantitativa svolta sul tema dei contratti di lavoro e sui ruoli, tempi e modi, della negoziazione. E se la conclusione fosse la vittoria del ‘femminile’?
Innanzitutto una comune dichiarazione d’intenti. L’atteggiamento vincente dovrà essere proattivo. E’ tale, infatti, quello indicato da ben 35 dei 60 opinion leader, responsabili delle risorse umane di grandi aziende, intervistati. Sentita è, dunque, la necessità di anticipare i cambiamenti, seppur contrasti con il parere di chi, 14 casi, vede nell’adattamento la migliore strategia adottabile in un momento complesso come l’attuale.
Entrando nel vivo della questione, poi, gli intervistati mettono al primo posto per importanza la capacità commerciale delle persone, almeno pensando alle prerogative di selezione utilizzate all’interno della propria azienda. Esprimendosi sulle necessità del mercato, come più generalmente e astrattamente inteso, infatti, a sorpresa indicano lingue e informatica, riportando l’attenzione a competenze specifiche, seppur nel contesto attuale le stesse finiscano per assumere valenza trasversale.
Più in sintonia, invece, è la visione interno - esterno quando in gioco ci sono i cosiddetti ‘soft skill’, con capacità di comunicazione e relazione, ma anche flessibilità e adattabilità a prendere il sopravvento.
Interessante notare come in quasi tutti coloro che si occupano di risorse umane si fa strada la convinzione che esistano specifiche abilità femminili e come le stesse siano ritenute di grande supporto al business. Nell’ordine, capacità relazionali, di negoziazione, sensibilità, intelligenza emotiva, capacità gestionali, determinazione, tenacia, sopportazione, flessibilità, capacità d’analisi e di fare più cose contemporaneamente, precisione, serietà, capacità di comunicazione.
Ma si tratta di una risorsa ancora non completamente sfruttata, permanendo anche i dubbi sulla possibilità di esprimerne le potenziali in futuro. Non a caso, se per 26 intervistati il problema non riguarderà il nostro domani, ben 15 non credono che la situazione potrà cambiare. Perché in azienda si è già per la maggior parte donne ma non si viene lo stesso facilitate, perché così va il mercato, perché tra le donne c’è invidia, perché gli uomini sono in maggioranza.
Quasi unanime, invece, è il parere sull’importanza del clima aziendale e dei sistemi di compensation, tra cui al primo posto i benefit, ma ben rincorsi da crescita professionale e ambiente lavorativo sereno. Flessibilità e rapporti personali più stretti, saranno gli asset su cui lavorare per definire una migliore relazione tra azienda e lavoratore, con la formazione ad apparire il fattore di sviluppo più citato. Mentre, tra le criticità, domina il precariato, seguito da rigidità e scarsa comunicazione.
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