Russo/Klein Russo: la pubblicità non è una tassa
18/09/2008
In più di un senso. In primo luogo personale. Tanto che Fabrizio Russo, direttore creativo esecutivo Klein Russo, spiega il suo addio a TBWA\Italia in termini di credo. Avendo bisogno di tornare a fare il creativo come lui sa. Da sarto alla Capucci, per intenderci, conoscendo chi veste e sapendo il perché, conscio e orgoglioso di dire no allo sbarco in Rinascente, che in comunicazione equivale a una incondizionata crescita. In secondo professionale. Con velleità di cambiare il sistema. Arrivato ormai al capolinea, nonostante la persistente lotta per la sopravvivenza.
Con il risultato di restare ancorato a un passato più che remoto. Dove la tecnologia era l’ascensore che collegava il piano account ai creativi. Si guadagnava il 17,65% lordo. Si lavorava con i tempi del Carosello.
Oggi tutto è diverso. La tecnologia ha permesso di stravolgere a proprio vantaggio il rapporto spazio tempo, le gerarchie. Si nevrotizzano i tempi di consegna, con margini ridotti al 4-5%. Ma le agenzie continuano a mantenere la loro tradizionale struttura.
E a perderci è la qualità del lavoro, la creatività. Vedendo nella ‘community creativa’ il modo di voltare pagina. Con un realtà tutta sua, la Klein Russo, per realizzare il sogno di riportare il mestiere del creativo ai fasti di un tempo, rappresentando per i giovani un punto d’arrivo. Superando pure il conflitto account e creativi, pensando alla collettiva definizione di amanti della comunicazione.
Soprattutto, volendo scegliersi quei clienti per cui la pubblicità non è tassa, bensì necessità. Così come è successo con Liu Jo, brand della moda di cui da ieri è on air il nuovo spot, dopo i successi di vendita seguiti al primo. Lontani, dunque, obiettivi di puro new business, perché il fine oggi è crederci in modo ingenuo, evitando i calcoli di settore.
Forte di una socia, Sofia Klein, che guarda a questo mondo con gli occhi di un’imprenditrice navigata, ma avulsa dal contesto. Sbalordita di come non esistano codificazioni che differenzino tra grandi, piccole e medie strutture. Ma anche del perché alla medesima gara sia consentito a tutti di partecipare, assieme, senza categorie a definizione degli ambiti competitivi. E non sorprende che Russo, in tutto questo, non ci si riconosca più.
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