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Macgregor-Hastie/ Lowe Parigi: gli italiani chiave non stanno in Italia

12/09/2008

Da un paio di mesi, quando la gente gli chiede in cosa consiste il suo lavoro, risponde che ha un "Blackberry Job". Ossia un lavoro che ti libera dall'obbligo di essere per otto o più ore in ufficio ma t'incatena a un dovere di risposta immediata ed incondizionatamente 27 /7. Glielo ha chiesto anche youmark. Alasdhair Macgregor-Hastie, direttore creativo internazionale Lowe Parigi, ha risposto come segue. A questo e altro ancora.

“Comunque, sono a Parigi, in Lowe, come direttore creativo internazionale, in parte perchè ho lavorato come direttore creativo in Italia e altrove, in parte per via del fatto di essere un anglo-italiano di padre scozzese, che ha vissuto in Belgio, Spagna e per un po' anche negli Stati Uniti. E per i miei tempi ero un caso isolato. Oggi, invece, tra i più giovani si inizia a ragionare programmando la propria vita perché non abbia un solo baricentro geografico”.

Ma in pratica che fai?
“Fa parte del mio attuale lavoro occuparmi di campagne, e non solo, destinate a tutti i paesi del mondo. Per adesso seguo progetti in corso con la Turchia, Polonia, Brasile, Germania, Indonesia e Sud Africa. Per questo il mio Blackberry è sempre acceso e quasi sempre in funzione. Tutti aspettano una risposta e la vogliono subito”.

E’ la velocità, dunque, il segreto del tuo lavoro oggi?
“Non solo. Queste risposte che devono arrivare da una persona capace di immedesimarsi nelle diverse culture. O almeno interessata ad ascoltarle”.

Ti aspettavi qualcosa di diverso?
“No. Lo so, niente di nuovo sotto il sole, questo è da sempre il grande problema delle multinazionali della pubblicità. I clienti chiedono una rete creativa, ma bisogna sapere anche dove sarà il centro di questa rete. Né il problema può essere risolto con colloqui da continente a continente”.

Vale a dire?
“Qualche decennio fa, le grandi agenzie americane sbarcavano a Londra, fondamentalmente perché parlavano la stessa lingua degli inglesi e dumque riuscivano a spiegarsi. Eppure, al di qua della Manica abbiamo avuto modo di dibatterne in infinite occasioni. Se c'è un paese con una visione limitata dei bisogni di comunicazione di una multinazionale, questo paese è proprio l'Inghilterra. Tra i pubblicitari è stato a lungo un luogo comune sostenere che le agenzie inglesi fanno campagne bellissime ma inesportabili”.

E allora?
“Allora, soprattutto negli ultimi anni, qualcosa è cambiato, c'è stato un flusso di nuovi talenti stranieri, account soprattutto, che hanno portato una visione internazionale all'interno del Borough of Kensington and Chelsea. Insomma, le cose cambiano, un po' per il carovita londinese, un po' per il declino dell'economia britannica, molto per l'arrivo di una nuova generazione di manager che spesso parlano altre lingue, non solo l'inglese, e in più conoscono e hanno lavorato in altri paesi”.

A cosa vuoi arrivare?
“A spiegare che per questo, oltre che per un motivo geografico, la Lowe ha scelto Parigi. Così come altre altre agenzie Amburgo, Vienna, Madrid”.

Perchè non Milano o Roma?
“Suppongo perchè, ad oggi, l'Italia non è ancora un vero paese multiculturale e per quante volte Milano si autodefinisca metropoli, è ancora lontano dall’esserlo”.

Cosa le manca?
“Vivere in una metropoli significa avere un copywriter cinese che parla ad un account di origine congolese per un progetto destinato all'Ungheria. Attenzione, non sto dicendo che in Italia non esistono professionisti capaci di fare bene un Blackberry Job. In Lowe Worldwide ci sono parecchi italiani in ruoli chiave. Ma non stanno in Italia”.

Il motivo ?
“Sono ancora pochi gli italiani che hanno davvero fame. Fame di esperienza, fame di soldi, appetito per tutto quello che non conoscono. Ecco perché l'italiano non lo cerca un Blackberry Job”.

E tu ti ritieni fortunato ad averlo?
“Tanta gente mi dice che sono fortunato, ma la fortuna sposa la volontà di fare qualcosa di diverso e di mettere a frutto quello che si è imparato. E poi, senza peli sulla lingua, l'Italia non è appetibile. Troppe leggi, troppe tasse, troppo qualunquismo. Se devi rispondere dal Blackberry, devi rispondere subito e basta. Senza ma nè se. E allora il mio consiglio è di non arricciare il naso di fronte al Blackberry, quanto piuttosto di mollare l'orlo della gonna di Mamma Italia”.

 

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