Proto/ McCann Worldgroup: investite di più per pretendere di più
09/09/2008
Ci piaceva conoscere il suo parere. Su un argomento che vede schierate piccole e grandi realtà, ognuna a difendere la propria prospettiva. Il cui nome è business. Perché quando sul tavolo si butta il tema della diminuzione della remunerazione d’agenzia, chi non ha alle spalle la forza di un sostegno internazionale punta il dito. Colpendo quelle realtà che, viceversa, possono accettare incarichi con fee all’osso, appartenendo a un ‘mondo’. Willi Proto, vice chairman and chief operating officer McCann Worldgroup, pensa però che non sia più così. A monte un problema di qualità.
Premettendo che non c’è differenza tra grande e piccola agenzia, perché entrambe devono trovare un equilibrio fra costi e ricavi, fra aree di investimento, fra quello che si può e non si può fare, Proto specifica come a cambiare la prospettiva è stata la fine dei compensi a percentuale. Che garantivano maggiore possibilità di manovra. Perché più elevato era il budget più si guadagnava.
Oggi i clienti richiedono un profit e loss mirato sulle loro esigenze. E se è vero che il costo-ricavo è commisurato alle dimensioni, è altrettanto da considerare che da esse non dipende solo la quota di ‘incasso’, crescendo la struttura richiesta per soddisfarlo.
E’ che le remunerazioni si abbassano e basta. Siano esse relative a grandi, come a piccoli budget. Un vero problema. Perché le aziende di servizi hanno come maggiore voce di costo il personale. Ma se non ci sono margini, si cerca di comprimere la spesa, a discapito, oltre che della qualità dell’offerta, anche dei giovani, in termini di precarietà dell’impiego e di capacità di motivare adeguatamente le nuove leve.
Non a caso, la comunicazione che si produce nel nostro paese non è al livello che l’intelligenza e la cultura italiana potenzialmente lascerebbero immaginare.
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