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Sergio Rossi, direttore marketing e comunicazione Ing Direct Italia


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Paolo Bertoluzzo, amministratore delegato Vodafone Italia


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Francesco Zonin, vice presidente Zonin


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Marco Testa, presidente AssoComunicazione, presidente e amministratore delegato Gruppo Armando Testa


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Layla Pavone, managing director Isobar Italia e presidente Iab Italia


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Giulio Malgara, ex presidente Upa


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Paolo Casti, chief strategic officer Clear Channel Italy Outdoor


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Duccio Langs, presidente Opus Proclama


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Chiara Beria d’Argentine, editorialista La Stampa
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Meglio sognare

12/06/2008

Tutta un’altra Upa. Nel senso di Assemblea, che ieri a Milano la presidenza Sassoli de Bianchi ha voluto completamente diversa. Nessuno spazio ai dati. Molto agli interventi. Il che potrebbe lasciare presupporre un segnale. Che se da un lato i consumi languono dall’altro il coraggio delle aziende deve guardare oltre, vedendo nella pubblicità uno strumento di sostegno alla marca. Anche oltre numeri e grp. 

E dovendo tirare le somme i favorevoli sono senza dubbio la maggioranza. Almeno secondo le interviste raccolte da youmark tra alcuni dei presenti in sala. Marco Testa, presidente AssoComunicazione, presidente e amministratore delegato Gruppo Armando Testa; Giulio Malgara, ex presidente Upa; Sergio Rossi, direttore marketing e comunicazione Ing Direct Italia; Francesco Zonin, vice presidente Zonin; Paolo Bertoluzzo, amministratore delegato Vodafone Italia; Duccio Langs, presidente Opus Proclama; Paolo Casti, chief strategic officer Clear Channel Italy Outdoor; Layla Pavone, managing director Isobar Italia e presidente Iab Italia; Chiara Beria d’Argentine, editorialista 'La Stampa'

Ovviamente citando anche chi dei numeri ha sentito la mancanza, seppur rincuorato dal fatto di poterli richieder poi. Numeri che a ben vedere non riservano grandi sorprese. 

Con il 2008 a prevedere una chiusura a quota 10.660 milioni di euro per la comunicazione tradizionale e 10.331 per il gruppo direct response, relazioni pubbliche, sponsorizzazioni e promozioni. In sintesi, globalmente +3,4% per la tradizionale e +2,9 per il ‘gruppo del direct’, percentuali raggiunte grazie all’aumento complessivo degli utenti, mentre diminuiscono i settori in espansione, ossia quelli a maggiore spinta pubblicitaria. 

Se le promozioni giocano la parte del leone a quota 4.300 milioni nella ‘sezione direct’, nel ‘tradizionale’ il ruolo continua a competere alla tv, a quota 5.172 milioni, cui spetta il 48,5% degli investimenti, seguita dalla stampa, 30,7%, che a fine anno mette a segno un +1.5%, raggiungendo i 3.269 milioni. Internet cresce, +29,8%, ma meno che l’anno precedente. Dai 520 milioni del 2007, +41,3% sul 2006, passa, infatti, ai 675 del 2008, convincendo il 6,3% dei budget, più del cinema, 0,6%, e della radio. Che, nonostante cresca del 4,2%, attira il 5,9% degli investimenti totali. All’esterna, infine, spetta l’8%, con una crescita del 4,8%, passando dagli 818 milioni del 2007 agli 857 del 2008. 

All’estero, invece, la tv si accaparra il 37,8% degli investimenti, a pari merito con la stampa 37,6%. Qui la radio ‘batte’ l’esterna’, 38.587 milioni contro i 31.676. Ed entrambe sono superate da internet che, convogliando il 9,7% degli investimenti, raggiunge 47.544 milioni. In un mercato della pubblicità internazionale che nel suo complesso vale 487.694 milioni di euro.

 

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