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Ariagno/McCann Erickson: se non funziona il profilattico, ciuccio e biberon

10/06/2008

Non un consiglio, ma una dichiarazione. L’innamoramento di Federica Ariagno, direttore creativo McCann Erickson. Il fortunato è un cliente come SSL Healthcare Italia, marchio cui fanno capo molti brand, da Durex a Mister Baby. A rappresentare quanti, purtroppo non molti, hanno una visione, sono collaborativi, si fidano dell’agenzia, lanciano prodotti e brand extension intriganti e non lasciano alle ricerche l’ultima parola. 

Perché se il messaggio è tranchant il rischio è di non piacere a tutti. Vero. Ma più importante è vedere chi si perde e, soprattutto, quanto si riesce a piacere agli altri. Insomma, meglio convincere molto alcuni, che poco tutti. Specie ai nostri giorni, con un affollamento d’offerta che inevitabilmente porta a discriminare. 

Ma torniamo alle campagne. Per il loro successo è basilare anche la componente umana, il feeling tra manager e creativo. Con la fiducia a definire uno stato indispensabile al lavoro. Sempre che lo si desideri ottimale. 
 
Oggi, infatti, complici tecnologie sempre più diffuse, molti manager sono diventati abili, ritenendosi autosufficienti nel definire gli interventi. Nello spot, ad esempio, non sono rare interferenze nel montaggio, con le agenzie italiane sempre meno forti nell'imporsi. 

Peccato che sia anche l’aspetto tecnico a  fare la differenza. Il modo di incatenare le sequenze di un girato, ad esempio, sa trasformare il racconto in emozione, facendo sì che il "film  ti tocchi la pancia". 

 

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