Barbarani-Rocco/MySpace Italia: libertà per le identità in rete
26/05/2008
Se l’obiettivo etico è rendere più sociale il web, ad esso di certo si aggiunge un risvolto di business. Che per i social network si chiama raccolta pubblicitaria e per il loro leader, MySpace, si traduce anche nel recente lancio della Data Availability Initiative, secondo cui i suoi 200 milioni di utenti potranno condividere il proprio profilo con la rete. Che oggi si chiama Yahoo, Photobucket, eBay e Twitter. Ossia i partner sino ad ora entrati nell’intesa. Approfittando della festa del suo primo compleanno italiano, youmark ha incontrato Francesco Barbarani e Stefano Rocco, rispettivamente country manager e direttore marketing e contenuti MySpace Italia. Che dopo aver lanciato in fase beta la sua Tv, si prepara alla versione finale, anche con contenuti autoprodotti.
La prima candelina si spegne con soddisfazione, visto che il ‘gioiellino’ per il quale Rupert Murdoch è stato disposto a pagare 580 milioni di dollari, quando valeva meno di 30 milioni di persone, non ha tradito le aspettative nemmeno nel nostro paese. Certo, in confronto al totale internazionale dei 200 milioni di profili registrati su MySpace, il nostro milione e mezzo di attivi potrebbe far sorridere. Ma è il caso subito di precisare che in Europa siamo già in vetta alla classifica, ovviamente escludendo gli Uk.
Perché il locale in questo settore è tutto. Con ogni nazione a utilizzare MySpace a modo suo, trasformandolo in un aggregato di nicchie. Non più solo giovani e giovanissimi, ma vari, con focus dai 14 ai 35 anni, spaziando oltre, verso i 40 - 45 e persino 50enni.
Minimo comune denominatore la voglia di entrare in contatto, ma soprattutto di comunicare in modo nuovo. Tanto che di questo social network caratterizzante è il fattore creativo. Il vantaggio competitivo di stimolare la tendenza espressiva individuale.
Ovviamente anche a scopi di business. Di cui modello è l’advertising. Specificatamente sotto tre forme. I classici banner, ma profilati per target, le custom community, ossia profili dedicati esclusivamente alle aziende, per entrare in contatto con i propri clienti, consentendo interazione e feedback. Infine, la possibilità di partire da MySpace per costruire un evento off line, concerto o prima cinematografica che sia.
Senza dimenticare che MySpace è anche Tv. Lanciata di recente in fase beta, ricca di contenuti user generated, aspetta sviluppi dagli accordi in via di definizione per presentarsi con produzioni create ad hoc, in esclusiva.
Non temendo concorrenza, dall'alto di una leadership. Nel senso che il mercato sembra essere al completo. Tanto è difficile per i nuovi fare breccia. Troppo alta la barriera all’entrata, disegnata della massa critica necessaria per essere determinanti. Perché, si sa, raggiungere milioni di utenti partendo da zero richiede tempo. Che la ragion di business non è più disposta a concedere.
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