Predolin/Buongiorno: trasformare i bulli in responsabili, anche denunciando
16/05/2008
Di sicuro l’utilizzo delle tecnologie, mobile compreso, non va arrestato. Per il bene della nostra vita, e per quello del business di Buongiorno, che a questo mondo deve un fatturato di 318 milioni di euro, forte della leadership nei contenuti per cellulari. Ma considerato che il 75% degli atti di bullismo viene ripreso proprio da questo device, l’italianissima ‘multinazionale tascabile’, come lei stessa si definisce, non poteva sorvolare. Youmark ne parla con Lucia Predolin, director of marketing communication & Ir. Scoprendo anche che la convergenza internet -telefonino è un’opportunità e che gli Stati Uniti sono il paese più ‘difficile’ da trattare.
Viene spontaneo collegare Buongiorno alla famosa e omonima mail con cui nel 2000 apriva i battenti a Parma, presentandosi per la prima volta nel nostro paese quale internet company. Bastò, però, il primo anni di attività per convincere l’azienda a cambiare rotta, puntando tutto sul cellulare. Anche perché le telecomunicazioni rappresentano un primato tutto italiano. Con il nostro paese a meritarsi il titolo di più avanzato dell’occidente, competendo con i leader asiatici Corea e Giappone.
Oggi Buongiorno è una ‘multinazionale tascabile’ quotata alla Borsa di Milano, che vale 318 milioni di fatturato, grazie alla presenza in 53 paesi. Con l’orgoglio di esportare pure talenti, essendo Italia, Spagna e Brasile i più importanti ‘incubatori’ di forza lavoro.
Era inevitabile che prima o poi avrebbe dovuto prendere posizione rispetto al dilagante fenomeno del ‘bullismo’ che direttamente coinvolge l’uso improprio delle potenzialità del cellulare, visto che la stragrande maggioranza degli atti di questo tipo viene filmata via telefono. E l’impegno si è concretizzato su due fronti. L’educazione dei ragazzi e dei genitori, attraverso la realizzazione di due campagne recentemente lanciate, in partnership con i principali operatori di questo mondo.
Con i genitori a dover imparare a usare cellulare e internet così da ‘dialogare’ con i propri figli , e i figli che vanno guidati alla responsabilità per quello che fanno e alla denuncia. Ricordando che, da un sondaggio effettuato da Buongiorno in collaborazione con la Radio degli Studenti, emerge come siano soprattutto le ragazze a sottovalutare il fenomeno, evitando di denunciarne i fatti.
Altro tema è quello della convergenza web - mobile, probabilmente realtà che incomberà tra 4-5 anni. Incomberà in senso positivo, visto che Buongiorno preferisce parlare di opportunità. E le ragioni sono fondamentalmente tre. Dimensioni dello schermo del cellulare, almeno 40 volte più piccolo di quello del Pc; assenza del mouse; modalità di utilizzo differente.
Come ha raccontato una ricerca svolta ad hoc per indagare il consumatore europeo. Il tutto a vantaggio di chi ha già competenze in questo mondo, essendo il gap di expertise, rispetto a un’esperienza specializzata solo in internet, troppo vasto da colmare. Anche perché il mobile vive di frammentarietà, contro gli standard che regolano l’operatività su pc e rete.
Infine una curiosità. Nel mondo il paese meno semplice da trattare sono gli Usa. Intanto perché hanno iniziato a usare il telefonino otto anni dopo noi, restando ancorati alla voce, con gli sms a penetrare maggiormente solo ora. Poi perché lì le bollette passano attraverso pacchetti tariffari in mano al capo famiglia, lasciando ai giovani meno possibilità di sgarrare, oltre che per le differenze tra i quattro principali segmenti demografici: ispanici, studenti (riferendosi non ai teens ma ai frequentatori dei college), comunità afro americana e minoranze etniche.
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