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Milano: il design dei giovani. Che per la comunicazione è chance

16/04/2008

Quasi invadente. Tale è oggi il design, che estende la sua portata a tutto, dalla moda alla comunicazione, dalla grafica agli oggetti. Un settore che non conosce crisi. Al punto che il Politecnico di Milano a fronte di 4mila richieste di iscrizione l’anno, ne riesce a soddisfare appena cento. Una domanda, inoltre, che corrisponde alla reale offerta di lavoro. E che anche per la comunicazione è nuova linfa, nel passaggio dalla ‘grafica alla rete’. La scommessa, infatti, sta nel coniugare tradizione e innovazione. Youmark ne parla con Alberto Seassaro, preside della facoltà di design del Politecnico, mentre Tiziana Maiolo, assessore attività produttive, moda design food, del Comune di Milano, ci racconta i lavori del progetto MMM che hanno realizzato insieme. 

Il Salone del Mobile di quest’anno, dunque, vede l’esordio di tre designer non professionisti. E il merito è del progetto MMM, Milano Mercatini Metropolitani, voluto e realizzato da Comune di Milano e Politecnico, sfidando i giovani a una nuova interpretazione di mercato, capace di democratizzare il design, unendo alla bellezza delle forme la funzionalità indispensabile all’atto di vendita e acquisto in bancarella, il tutto in sintonia con la complessa realtà urbana milanese. 

Ne sono nati tre prototipi, che saranno presentati in dimensione reale presso il Centro Servizi del Salone nella sede della fiera Rho-Pero, così che tutti i cittadini, dal 17 aprile, potranno votare il loro preferito, anche online, connettendosi a www.comune.milano.it

A sorprendere positivamente la Maiolo è stata la ‘milanesità’ dei progetti in lizza. Anche se stranieri, infatti, i designer hanno puntato su essa molto. Quasi fosse prerogativa indispensabile del mercato del futuro, che oltre a funzionalità ed estetica deve accordarsi al territorio. Che qui parla della storia meneghina, a partire dalla predominante scelta di quel verde, che tanto ha caratterizzato la città. Dai tram ai taxi, alle fontanelle. 

Ma il giudizio di merito è spettato agli esperti, capitanati da Seassaro, felice di dare agli studenti un’occasione per cimentarsi con la realtà del mercato, lavorando a contatto con bisogni e necessità di utenti e committenti veri. In una contemporaneità sempre più dominata dal design, che allarga a tutto. In modo quasi invadente, pur sapendo tenere fede alle promesse di occupazione. Perché il settore tira, è produttivo. Contamina moda, allestimenti, abitazioni, oggetti, anche la comunicazione. 

Al punto che per quest’ultima potrebbe trattarsi di nuova linfa, di via per un’inedita interpretazione dell’attualità, in cui le tecnologie cambiano i paradigmi della tradizione, superando il concetto stesso di pubblicità.

 

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