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Aldo Biasi: la svolta della lacrima

07/04/2008

Non lo dice apertamente. Ma, convinto che la creatività italiana a Cannes sia martoriata più del dovuto, è quasi contento della decisone Sipra di abbandonare il Festival. “Potrebbe dare un segnale”. Anche perché riconosce a questo premio grande valore, l’unico con la 'P' maiuscola. In tema Adci, spera nel nuovo assetto. La creatività, infatti, deve essere il motore. Con le aziende sempre più attrezzate internamente per la consulenza, lasciando all’agenzia l’idea. Che non può più permettersi di essere ‘topolino’. In tema di virali, infine, lancia l’allarme. I linguaggi di ieri sono out. Oggi ci vuole emozione. E anche soldi. Perché il low cost non paga. Youmark incontra Aldo Biasi, amministratore unico e direttore creativo esecutivo Aldo Biasi Comunicazione. 

Non è finto patriottismo. I limiti della creatività italiana sono sotto gli occhi di tutti. Ma forse a Cannes hanno esagerato. Visto che sono stati anche premiati lavori con i quali i nostri avrebbero potuto tranquillamente competere. Ecco perché l’abbandono di Sipra può essere un bene. Perché togliendo business al premio, sembra volerlo punire, difendendo la nostra credibilità. Certo che il tutto potrebbe anche diventare boomerang. Si vedrà. 

Felice, poi, il cambio in Adci. Anch’esso mirando all’esaltazione della creatività. Con il vecchio assetto ad imitare Bassolino. Nonostante le critiche, infatti, ha fatto placare l’onda, ma non si è mai dimesso. Ora l’importante è il futuro. Che parla della stima per un giovane come Marco Cremona

Anche perché alle agenzie non resta che la creatività. Che è bene e male. Ma che risponde alla tendenza di organizzare internamente la consulenza da parte delle aziende. Per questo non convince più il ‘topolino’ ingrandito da spiegazioni e perché. Serve partire dall’elefante. Mostrandolo nudo. E’ la big idea a vincere. 

E non è sempre facile averla. Serve fiducia, stima, collaborazione. Capacità di lavorare insieme. Agenzia e azienda. Senza paura di perdere il cliente. Anche con il coraggio di imporsi.

In quanto ai virali, infine, c’è ancora da crederci. Ma sono cambiati. Per linguaggi e qualità. Importante segnare la svolta. Con l’emozione. Del divertimento, del sorriso, ma anche della lacrima. Citando tra tutti l’esempio dell’ultimo ‘Yes we can’ di Obama. 

Insomma, basta sesso, volgarità ed esagerazione. Ma anche low cost. perché la qualità ha un prezzo. E tra un mese la Aldo Biasi Comunicazione lancerà in rete il nuovo virale, che segna il cambiamento.


 

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