Sei in: Youmark > Rubriche > Trend
rss

I dieci trend che cambieranno il mondo

01/04/2008

Trainanti tornano a essere le forze dell’economia reale, a discapito di quelle finanziarie. Dopo lo scoppio della bolla immobiliare, dei derivati e degli hedge found, la rivincita è tutta delle materie prime. Ad esultare i paesi che hanno puntato sull’industria manifatturiera, la Cina, e quelli per cui il vertiginoso prezzo del petrolio è vantaggio, Paesi Arabi e Russia, così come quelli per cui l’altrettanto rincaro delle materie prime è oro, Argentina e Brasile. Intanto su Europa e paesi avanzati, che già fanno i conti con la crisi finanziaria, si sta abbattendo l’inflazione energetica e alimentare. 

A dirlo è l’analisi dei dieci trend che stanno cambiando il mondo, secondo le statistiche e le proiezioni dei maggiori istituti internazionali, espresse in un recente convegno romano promosso da Fondazione Edison e Accademia Nazionale dei Lincei

Nel dettaglio:
Popolazione (proiezioni delle Nazioni Unite): nel 2030 la popolazione di Cina e India (quasi 3 miliardi di persone) sarà 2,7 volte superiore a quella di Europa, Russia e Nord America (1,1 miliardi). 

Pil  (proiezioni della Goldman Sachs): nel 2039 il Pil a prezzi correnti di Brasile, Russia, India e Cina supererà quello complessivo dei Paesi del G-6 (Usa, Giappone, Germania, Regno Unito, Francia e Italia). Nel 2041 il Pil della Cina a prezzi correnti supererà quello Usa. Ma già nel 2015, secondo le proiezioni dell’economista Angus Maddison per l’Ocse, quello a parità di potere di acquisto della Cina supererà gli Stati Uniti. 

Energia e CO2 (proiezioni dell’International Energy Agency): la Cina diventerà presto il principale consumatore mondiale di energia, superando gli Stati Uniti poco dopo il 2010. Nel 2015 il consumo di energia primaria della Cina sarà già di 2,9 miliardi di tonnellate equivalenti di petrolio (tep) contro i 2,6 miliardi degli Usa e gli 1,9 miliardi della Ue-27. Nello stesso anno le emissioni totali di CO2 della Cina saranno pari a 8,6 miliardi di tonnellate, contro i 6,4 miliardi degli Usa e i 4 miliardi della UE-27.

Consumo di rame (proiezioni International Copper Study Group): la Cina ha superato gli Stati Uniti a livello mondiale nel consumo di rame nel 2002 ed ha superato la Ue-27 nel 2005. Nel periodo gennaio-ottobre 2007 il consumo cinese di rame è già stato pari all’83% di quello complessivo di Stati Uniti e Ue-27. 

Saldo Commerciale nell’elettronica/Tlc (Secondo l’Ocse): dal 2004 la Cina è diventata il principale esportatore mondiale di prodotti dell’Information and Communication Technology. Nei prossimi anni rafforzerà sempre più questa posizione anche con propri marchi ed esportazioni dirette di proprie aziende. 

Consumo di carne
: già oggi la Cina è il primo consumatore mondiale di carne (bovina, suina, pollo). Negli ultimi venti anni i consumi pro capite di carne della Cina sono più che raddoppiati. Nel 2013 (proiezioni del Food And Policy Research Institute Fapri) i consumi cinesi di carne supereranno quelli complessivi di Stati Uniti e Unione Europea considerati assieme, toccando i 75 milioni di tonnellate. 

Importazioni di soia, petrolio verde
: a causa della crescente domanda mangimistica proveniente dai propri allevamenti e dalla domanda interna di carni, le importazioni di semi di soia della Cina sono state già pari nel 2007 a circa il 15% della produzione mondiale di soia. Nel 2017 (secondo il Fapri) le importazioni cinesi di semi di soia toccheranno i 52 milioni di tonnellate, una somma pari all’86% della futura produzione di soia del terzo produttore mondiale, l’Argentina (il primo e secondo produttore mondiale sono, rispettivamente, Usa e Brasile). In pratica, nel 2017 un quantitativo equivalente a quasi tutta la produzione di soia del terzo produttore mondiale sarà dunque destinata a soddisfare esclusivamente la sola domanda della Cina. 

Suprplus Commerciale (secondo ‘The Economist’): nei dodici mesi intercorsi tra febbraio 2007 e gennaio 2008 il surplus commerciale con l’estero della Cina è stato di 265,2 miliardi di dollari. Ha superato quindi l’attivo commerciale della Germania, pari a 257,8 miliardi di dollari nel periodo gennaio-dicembre 2007. Nello stesso tempo il deficit commerciale con l’estero degli Stati Uniti è stato nel 2007 di 815,6 miliardi di dollari, appesantito in particolare dai deficit bilaterali con la Cina stessa, il Giappone e i Paesi petroliferi. 

Riserve valutarie (secondo ‘The Economist’): le riserve valutarie della Cina hanno raggiunto a fine dicembre 2007 i 1.530 miliardi di dollari e sono ormai di gran lunga le più elevate del mondo. Ciò nonostante, il cambio della moneta cinese resta ancorato artificiosamente al dollaro ed è sempre più debole, rendendo così ‘iper-competitive’ le merci cinesi, specie rispetto a quelle europee. Negli ultimi quattro mesi il tasso di cambio tra la valuta europea e quella cinese è oscillato tra 10,4 e 10,9 renmimbi per euro toccando nuovi massimi storici. 

Debito pubblico Usa in mani asiatiche (secondo il Tesoro Usa): a fine 2007  il 44,5% del debito pubblico americano collocato sul mercato (‘debt held by the public’, cioè escluso il debito finanziato direttamente dai fondi pensionistici, agenzie, ecc.) risultava sottoscritto da investitori stranieri. In particolare, il valore dei titoli a lungo termine del Tesoro degli Stati Uniti detenuto dai soli sei maggiori Paesi asiatici (Cina, Giappone, Hong Kong, Corea del Sud, Taiwan e Singapore) ha raggiunto i 1.197 miliardi di dollari, pari al 61% delle obbligazioni di questo tipo detenute da investitori stranieri e a circa ¼ del debito pubblico complessivo americano collocato sul mercato.

 

guarda tutti i Trend


Giorno Settimana Mese