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Contro il ‘consumo’ del design

25/03/2008

Asaplab è un laboratorio permanente, un osservatorio sul mondo del consumo contemporaneo, uno spazio dove poter conoscere ed acquistare, occasionalmente, nuovi prodotti, ovvero un nuovo modo di guardare agli stessi. Dal design al prodotto. Dal consumo della critica alla critica del consumo. Youmark ne parla con Carla Lasorte, responsabile relazioni esterne.

Il vostro è un rapporto stretto con il design, in quanto disciplina trasversalmente applicabile a tutto.  In che senso?
“Applicabile a tutto e, di fatto, applicato a tutto nell'attuale mondo delle merci, materiali e immateriali. Sia nell'ambito dei beni strumentali che voluttuari. E d è per questo che la nostra prospettiva e il nostro sguardo critico sono cambiati negli ultimi tempi. Dopo quindici anni impegnati nel sostegno del design giovane italiano e internazionale, oggi Opos, che è l'origine e il motore primo del progetto Asaplab, ha pensato di spostare la sua attenzione dal design al prodotto. Dal consumo della critica alla critica del consumo, avanzando qualche riflessione e qualche domanda sull'effettiva possibilità, da parte di ciascuno di noi, di non adattare passivamente i nostri comportamenti alle logiche del mercato, al gusto ‘stagionale’ imposto dalla moda. Insomma, di opporre tutte le nostre forze all'inevitabile, evidente ed endemico consumo del design".

Sostenibilità. Responsabilità sociale. Sembra che molto oggi si muova in suo nome. Dalla comunicazione dei brand alla definizione di nuovi progetti. Ma quanto è solo forma e quanto, invece, sostanza? Qual è la vostra posizione in merito?
"Sostenibile per Asaplab significa distanza da ciò che è ‘insostenibile’. Significa opporre la massima resistenza all'egemonia della moda e del design,quello con la ‘e’. All'omologazione del gusto dominante, alla logica sociale e culturale che impone di desiderare e rigettare, nel breve volgere di qualche mese, forme, colori, oggetti. Incolpevoli. Progettati appositamente da aziende e designer per durare il tempo di un superficiale e fugace desiderio”.

Come comunica il vostro laboratorio creativo?
“Direttamente con le persone, stabilendo un rapporto diretto con la gente. Per questo il nostro spazio è aperto sulla strada, nel centro di una grande città. In un luogo di visibilità sia per i milanesi sia per i viaggiatori e i visitatori, per i turisti. La nostra ambizione è diffondere una conoscenza evoluta e consapevole dei prodotti di consumo in tutti i loro aspetti. Delle tecnologie, dei materiali, dei processi produttivi e delle logiche implicite nella distribuzione delle merci”.

Il vostro ambito d'azione è solo milanese o avete diverse aree espositive?
“Oggi Asaplab, nato lo scorso novembre, svolge la propria attività esclusivamente nello spazio di Corso Garibaldi, a Milano. Ma non è esclusa un'estensione della presenza, anche in altre città. Il successo di pubblico e di critica ottenuto dalle nostre prime mostre, Recycled Knit e Pelle conciata al vegetale, infatti, sta generando un'attenzione inaspettata”. 

Quali, in sintesi, i progetti già realizzati e quali quelli in divenire?
“Il progetto ‘pelle conciata al vegetale’ si concluderà il 23 aprile, coprendo così il periodo del Salone del mobile. La prossima iniziativa, a maggio, vede la t-shirt protagonista assoluta. Si tratta della risposta estiva a ‘recycled knit’, collezione ottenuta impiegando filati pregiati, cashmere puro e misto cashmere, che non possono essere più utilizzati per le ‘prime linee’ e sono spesso in deposito nei magazzini delle aziende. Perché i colori, le lavorazioni, le tipologie di tessuto sono ‘fuori moda’, o semplicemente perché i quantitativi sono troppo limitati per la produzione in grande serie. Di qui l’iniziativa 'recycled fabric', in cui tessuti di qualità, cotoni, lini e sete, vengono rimessi in circolo. A seguire una mostra/vendita dedicata al mondo del bambino. Ma non possiamo svelare altro. Sarà una sorpresa”.






 

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