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Sordi/Freddy: meglio essere belli che brutti. Soprattutto coerenti

14/03/2008

Un brand di destinazione. Così si definisce Freddy, facendone il suo punto di partenza e d’arrivo. Che tradotto strategicamente significa coerenza, con la danza nel cuore, mixando sport e arte. Evitando i compromessi. Seguendo il suo percorso. Senza sorprese. Senza cedimenti ai dettami della moda, semplicemente evolvendo in sintonia con il proprio Dna. Che diventa stile di vita, funzionalità ed emozione. Sicuramente qualità, valore. Anche estetico. Perché “essere belli è meglio che brutti”, come scherzosamente suggerisce Luca Sordi, managing director Freddy, ai microfoni di youmark. 

Esiste da 32 anni. E ha continuato a tenere fede al proprio posizionamento. Di marca di destinazione. Con la voglia di lasciarsi appartenere dalla danza, dall’attività fisica, dallo sport, a modo proprio. Mixando fortemente la componente artistica, che eleva il sudore. Proponendo una filosofia di vita. 

Interpretata dai volti degli atleti meno noti. Come succede nella danza. Che raramente crea star, potendo passare inosservato il viso della prima ballerina della Scala, di cui si conosce a malapena il nome. 

Perché questo è lo sport più vero. Quello sommerso dalla fama di eccezioni, come è accaduto a Roberto Bolle, o alla manciata di calciatori di punta. Il resto è sfida. Cocciuta dedizione. Momento. Per certi versi ‘follia’ d’artista. 

In un mondo che evolve. Con la palestra a prendere il sopravvento nelle logiche di socializzazione, trasformando il concetto del vestire, che sfora dallo sport al tempo libero, con la voglia di piacere e piacersi. Donne e uomini. Atleti professionisti e non. Indirizzando la ricerca di prodotto. Verso l’emozione, lo stile, la qualità. Contemporaneamente. In nome della fedeltà del proprio consumatore. 

Combattendo la concorrenza su più fronti. A più livelli. Perché muovendosi a 360°, dalla danza al fitness, il range s’allarga. Dai marchi globali, adidas, Nike, Puma, agli specializzati, fino al mondo dello streetwear, urbanwear, casualwear. Usando in difesa la coerenza, che è ricchezza, capacità di diventare per il consumatore un punto di riferimento, un’idea chiara

Sottolineata non solo dalla nuova campagna, ma anche dalla qualifica di fornitore tecnico degli ‘apici’ dell’universo di riferimento. Dal Corpo di Ballo della Scala alla Federazione Italiana Ginnastica, sino alla Squadra Olimpica. 

Con il vanto di essere stata una della prime aziende italiane a mettere tutto il suo mondo in rete, all’indirizzo del proprio sito.

 

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