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Greco/O&M: comunicazione non è propaganda

04/03/2008

Raccontare storie, il mestiere più vecchio del mondo. Ma anche ciò che differenzia la comunicazione dalla propaganda. Con le marche invitate a case, sedendosi comodamente sul divano, per parlare di sé, della loro storia, delle loro idee. Contro un campanello che suona a più non posso e che, quando ti trova, urla ripetutamente un prodotto e il suo prezzo. Questione di gusti. Con gli obiettivi sempre evidenti, perché il meglio nasce dalla collaborazione in team. Cliente e agenzia. Roberto Greco, Ogilvy & Mather, spiega a youmark la sua creatività. 

Fare squadra. In nome della realizzazione dei frutti. Ognuno con le proprie competenze, senza gerarchie o sudditanze, semplicemente per svolgere il proprio lavoro, che deve essere passione. Cliente e agenzia. Con il fine di comunicare la marca. 

Che non significa necessità di insistere per essere ascoltato, urlando le ragioni di un prodotto e del suo prezzo. Perché la comunicazione è altra cosa. Grazie ad essa, infatti, la marca viene accolta nei salotti di casa. Perché oggi fare pubblicità significa sapere raccontare delle storie. Il lavoro più vecchio del mondo. 

Senza ricorrere ai trucchi del mestiere. Collaborando. Rispettando il gusto e gli obiettivi del cliente. Sapendo che anche lui saprà recepire nuove visioni, evitando di restare fermo su canoni rigidi che impediscono la differenziazione. 

Così, non è detto che lo spot debba essere pensato da tutti allo stesso modo. Con un inizio, la parte di prodotto, il contro finale, il claim in chiusura. Rigidità di valutazione che atrofizzano il lavoro, impedendo al meglio di emergere. Di esaltare la differenza tra comunicazione e propaganda.

 

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