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La benzina costa troppo. Tutti a casa

05/02/2008

Sembra che il consumatore del prossimo futuro sarà sempre più attento al quando, cosa, come e dove compra. Perché il desiderio di risparmiare punterà a ottimizzare le risposte a tutte queste domande. In Usa una ricerca Nielsen ha investigato l’argomento, puntando molto sull’effetto che l’aumento del prezzo del petrolio ha sulle abitudini d’acquisto. In ogni caso, comunque, la minore disponibilità di denaro andrà a sollecitare il marketing di produttori e distributori. Perché anche ‘la carestia’ può essere opportunità.

Basta guardare come cambiano i comportamenti delle persone per capire la direzione delle nuove necessità. E gli indicatori possono essere molteplici. Tra cui l’oggettivo aumento del prezzo della benzina, che dai 3,06 dollari stimati quale dato durante lo svolgimento dell’indagine Nielsen di fine 2007, è atteso giungere fino a quota 3,40 per la prossima primavera.

Facile immaginare il suo diretto coinvolgimento nei conti delle famiglie Usa, dove spesso le distanze dalle aree di shopping inducono i più a percorrere chilometri. Ma l’effetto può essere anche dilatato al nostro contesto, vista l’incidenza degli aumenti sulle disponibilità delle famiglie italiane.

Ma veniamo ai dati. Circa la metà degli intervistati dichiara di aver ridotto i propri acquisti. Il 70%, invece, di ottimizzare, facendo coincidere gite di piacere e mete dello shopping in un unico percorso. In tal senso, infatti, a vincere sono stati i centri commerciali, capaci di offrire in una sola location una vasta gamma di prodotti e di categorie merceologiche.

Il 41%, invece, è andato meno spesso al ristorante e il 39% è stato in generale di più a casa.
Il che significa nascita di nuove necessità, per rendere il sacrificio meno spiacevole, inventando nuovi modi per far gustare in divano sapori e atmosfere da gourmet. Senza dimenticare la pausa pranzo in ufficio, in cui detta legge il bisogno di poter contare su prodotti ad hoc, semplici da gestire, veloci da consumare, qualitativamente apprezzabili.

Ma non sono solo i ristoranti ad aver sofferto della crisi. Altro indicatore inopinabile, la spesa per le vacanze, contraendosi l’investimento disponibile e, comunque, spendendo meno anche sul luogo di villeggiatura, non lasciandosi troppo andare a sfizi.

Insomma, un panorama che non lascia dubbi, la parola d’ordine è risparmio. Per questo il 2008 non può che segnare l’era di un internet protagonista. Come canale di vendita, ma anche di informazione. E i motivi sono più che ovvi, visto che la rete consente di valutare, paragonare, ricercare e scegliere il brand, prodotto o servizio più competitivo.

Ma quali sono gli strumenti più utilizzati per risparmiare? Il 25% dei consumatori usa i coupon, accanto al 23% che opta per private label o prodotti a basso prezzo.

 

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