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Il rapporto tra giornalisti e blog

31/01/2008

Fanno quasi paura. I blog, s’intende. Il loro nascere spontanei, veloci. Il loro diffondersi puntuali ed inesorabili. La loro libertà da responsabilità e norme. Al punto da potersi permettere azzardi, da sfidare l’informazione ‘ufficiale’, la sua deontologia e le sue regole. Il tutto sfociando nel vanto di esibire le notizie presunte più vere, sicuramente senza ‘bavaglio’. Ma è poi così? Una ricerca a firma Brodeur fa le pulci ai blog. E lo fa servendosi di abitudini e opinioni dei giornalisti. Perché se si scoprisse che anche per loro sono diventati fonti di esclusive, potrebbe trattarsi dell’inizio della fine.

Non è un caso che la voglia di indagare il rapporto tra giornalisti e blog sia venuta a Brodeur realtà del guppo Omnicom, specializzata in relazioni pubbliche. E il perché è palese, alla luce della rivoluzione che ha portato le aziende ad allargare la propria visione, catalogando blog, forum e social network tra le fonti da cui può dipendere la loro reputazione. 

Più a monte ancora, infatti, è altrettanto utile capire, non solo il diretto impatto delle informazioni in tali siti, ma anche il valore che a esse danno gli stessi giornalisti, poiché significa definire la portata della loro amplificazione, riuscendo in qualche modo a premeditare tentativi di controllo. 

Sono pochissimi i giornalisti che nei blog vedono fonti di esclusive, pur riconoscendo ad essi il valore della velocità con cui approdano alle notizie, ma anche della reperibilità che garantiscono alle stesse, nonché l’influenza esercitata rispetto al tono delle trattazioni successive e agli stessi indirizzi editoriali. Tanto che in molti li utilizzano per entrare nel vivo dei contesti delle storie, per capirne i contorni, per catturare nuove idee e angolazioni. Ma quasi tutti non si esprimono in merito alla loro influenza sulla qualità delle notizie. 

Come dire, della professionalità del giornalista non si può ancora fare a meno. Nonostante ben il 70% degli intervistati ammetta di controllare i blog regolarmente. Il 20,9%, infatti, passa almeno un’ora al giorno leggendoli e, tra questi, il 2,3% confessa addirittura di spendere sui blog almeno 4 ore. La maggioranza, invece, si riserva un impegno che va dalle due alle tre volte la settimana, a seconda degli interessi del momento.

Per agevolare il costante controllo, il 71% dei giornalisti intervenuti si è organizzato la propria lista di preferiti. Che, per il 47,7% si traduce in un elenco di 5 indirizzi, contro il 23,6% che ne conta più di 6. Il 29,9%, invece, una lista fissa nemmeno ce l’ha.

In compenso, non è così frequente il commento, con circa metà del campione che dichiara di leggerli ma di non scriverli. Ma c’è anche chi ritiene utile la partecipazione attiva. Così, il 27,7% dei giornalisti ha il suo blog, mentre il 16,3% partecipa con una propria pagina a un social network.






 

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