La scala dei ‘bisogni online’
10/01/2008
Vi ricordate la teoria motivazionale di Abraham Maslow? I bisogni venivano gerarchizzati per importanza, con la soddisfazione dei basilari a farsi prerogativa per l’appetibilità dei successivi. Bene. L’era del web 2.0 torna a parlare di ‘necessità’. Nel senso che, sfruttando quali leve i bisogni che spingono la gente a partecipare a blog, community e social network per soddisfarli, le aziende troverebbero la ricetta per rapporti profondi, duraturi ed emozionali con i propri consumatori. Almeno stando alle evidenze di un recente studio a firma Communiscape.
Bisogni fisiologici, di sicurezza, appartenenza, stima e autorealizzazione. Così recitava la vecchia piramide di Maslow, disegnando presupposti che potessero scatenare la motivazione. Oggi la nuova era dei desideri da appagare ha superato gli step più basici, concentrandosi essenzialmente in ambiti meno ‘materiali’ e nominando l’appartenenza la stima e la realizzazione tra le mete più ambite, da raggiungere. Non tanto nella vita reale, quanto in quella che ognuno può costruirsi nel virtuale, scegliendo di partecipare ai fenomeni che più lo soddisfano tra le diverse proposte della rete.
Perché le persone da social network, forum, blog e community si aspettano molto, ricercando, magari senza nemmeno saperlo, il soddisfacimento di bisogni fondamentali. Al punto che conoscerli, dunque predisporsi a ‘sfruttarli’, per le aziende potrebbe significare aprirsi le porte del paradiso, instaurando rapporti emozionali e profondi con i propri consumatori.
Ma cosa cercano le persone dai social network?
Innanzitutto vogliono poter esprimere la propria personalità, come dimostra il successo di realtà quali Facebook e MySpace. In secondo luogo ricercano status e realizzazione, basilari per raggiungere l’autostima necessaria alla soddisfazione. Non a caso, blog, community e social network permettono di sviluppare e gestire la propria reputazione in rete. Fondamentale è poi il dare e ricevere aiuto. La mutua assistenza tra estranei è prerogativa distintiva della rete, realizzando quello che difficilmente nel reale può succedere.
Ma anche l’accettazione e la sensazione di appartenenza sono determinanti. Si sceglie, infatti, di aderire alle realtà che più ci rappresentano, lasciandoci coinvolgere in gruppi di individui che sentiamo simili, per gusti, interessi, sensibilità. Il tutto rafforzando il valore e il senso della community, intesi come costruzione di relazioni durature per un impegno reciproco nei confronti della community in quanto tale. Senza dimenticare la rassicurazione sul proprio stesso valore, ossia la ricerca di conferme che quanto si dice e si fa, oltre a essere importante per qualcuno, abbia anche un impatto rilevante sul contesto circostante.
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