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Osservatorio Findomestic 06-12
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Osservatorio Findomestic, il consumatore italiano continua ad essere preoccupato

01/06/2012

Le ultime rilevazioni, contenute nell’edizione di maggio dell’Osservatorio Findomestic sui consumi dei beni durevoli, fotografa una situazione difficile

Il consumatore italiano continua a guardare con preoccupazione allo scenario sociale ed economico: 77 cittadini su 100 sono insoddisfatti delle condizioni nella quali versa il paese (percentuale di coloro che hanno espresso un voto compreso tra 1 e 4). Perché, se è pur vero che rispetto al mese precedente il grado di fiducia in termini assoluti è aumentato, passando da 3.1 a 3.2 punti, è altrettanto vero che la scala di misurazione, che va da 1 a 10, ha nel 7 la sua soglia positiva. Inoltre, va aggiunto che nel corso dell’ultimo anno, a eccezione del mese di dicembre 2011, questo indicatore non ha mai registrato incrementi per due mesi di fila.

Pertanto è possibile che a giugno, anche in vista del pagamento dell’Imu, ci possa essere una nuova regressione. A livello regionale, nordest e nordovest continuano a dimostrarsi come le due aree del paese più preoccupate. Leggermente migliore la percezione nel centro e isole, anche se il dato resta comunque inferiore ai 3.5 punti. Come già avvenuto nel mese precedente, la reazione a questo clima di sfiducia e incertezza si concretizza in un rafforzamento della propensione al risparmio: a maggio 16 Italiani su 100 si dicono intenzionati ad aumentare la propria quota di accantonamenti. Ad aprile erano 14 ogni 100, mentre a marzo non si andava oltre i 10. Sullo sfondo di questo quadro d’insieme, l’edizione di giugno dell’osservatorio ha indagato quali sono le ragioni più rilevanti che hanno portato gli italiani a ridurre i loro consumi. Al primo posto si colloca l’aumento dei prezzi di largo consumo e dei carburanti, a seguire la riduzione dei redditi, il rischio che un familiare possa perdere il posto di lavoro e il timore di un default dell’Italia.

Previsioni di acquisto a tre mesi

Elettrodomestici
Passano dal 16.1 al 17.3% i consumatori intenzionati con tutta probabilità ad acquistare nei prossimi 90 giorni un elettrodomestico bruno, mentre salgono dal 13.4 al 13.6% quanti si apprestano, altrettanto sicuramente, a comperarne uno bianco. Decrescono, invece (dal 21.7 al 21.5%), le previsioni per i piccoli elettrodomestici. Per questi ultimi, la spesa massima ipotizzata è passata da 923 a 911 euro, per i bruni da 886 a 846 e per i piccoli da 197 a 225 euro.

Elettronica di consumo
Passa dall’8 al 9% la quota degli intervistati che prevedono di acquistare un tablet nei prossimi tre mesi. In linea con il mese precedente quelle per la telefonia (con la quota di acquirenti ‘certi’ che passa dal 17 al 18%), per i pc (stabile al 17% come ad aprile) e per foto e videocamere (anche qui si conferma il dato di aprile del 12%). Salgono però tutti i livelli massimi di spesa preventivati, in particolare quelli per tablet (da 471 a 494 euro) e quelli per foto e videocamere (da 342 a 395 euro).

Auto e moto
Passano dal 7.3 al 7.4% gli italiani che nei prossimi tre mesi si apprestano a comprare un auto nuova. E salgono dal 4.7 a 5% quanti sono pronti a varcare le porte di un concessionario per portare a casa uno scooter. Resta invece sempre del 5.4% la quota di coloro i quali acquisteranno una vettura usata. Per ciò che concerne i livelli massimi di spesa, quelli per gli scooter salgono da 3598 a 3642 euro, con quelli delle auto nuove che scendono da 18571 a 18449 euro.

Casa e arredamento
Sale al 4.7% (dal 4.1 del mese precedente) la quota di quanti intendono comprare casa. Per le ristrutturazioni si registra pure un aumento nella propensione a tre mesi, anche se più contenuta: da 7.5 a 7.7. Per i mobili, infine, si va dal 14.3 di aprile al 14.7% di quest’ultimo mese. Per questi ultimi, la previsione di spesa massima è in contrazione: da 3229 a 3176 euro.

Tempo libero
Sale al 36% la quota di italiani che da qui al prossimo settembre si appresta a comperare un pacchetto vacanze, facendo segnare il dato più elevato dal luglio scorso, quelle per l’abbigliamento sportivo passano dal 19 al 22% e salgono dal 23 al 24% quelle per il fai da te.

 

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