Nielsen, quando l’online guida e celebra il risultato. Il caso Grillo/Movimento 5 Stelle
09/05/2012
Il Movimento 5 Stelle non è, si legge sul blog di Beppe Grillo, un partito ma un movimento politico e, si potrebbe aggiungere, sociale.
Il movimento è stato ieri conclamato dai media tradizionali come uno dei vincitori di quest’ultima tornata elettorale, suscitando l’interesse degli analisti, incuriositi non tanto dai significati simbolici del suo successo politico, quanto dal metodo che ne ha permesso il raggiungimento.
I social media sono da sempre stati per Beppe Grillo e il suo Movimento canale di comunicazione, informazione, scambio, nonché ‘sede’ del movimento stesso, luogo di incontro e struttura organizzativa. Basti osservare il volume di messaggi che il Movimento 5 Stelle genera quotidianamente su internet, come emerge dall’analisi Nielsen sul passaparola digitale (fonte BuzzMetrics/Nm Incite). Negli ultimi dodici mesi circa 210mila messaggi su Beppe Grillo hanno affollato la rete, con una media di quasi 600 post al giorno e un andamento costante, che termina con l’exploit di aprile e della prima settimana di maggio, dove si concentra il 27% dei messaggi totali.
Nell’ambito politico italiano il ruolo dei social network sta divenendo in effetti sempre più rilevante anche tra le forze politiche più tradizionali. Quasi tutti i maggiori esponenti di partito in carica hanno oggi un loro profilo ufficiale su Facebook e un account su Twitter e dialogano direttamente (chi più, chi meno) con gli elettori. Per il Movimento 5 Stelle questa è in realtà una prassi non solo consolidata da tempo, ma amplificata e sfruttata a livello quotidiano.
Il ruolo dei social network non è tuttavia limitato alle sole pagine ufficiali dei vari personaggi politici. Molte delle discussioni sul Movimento 5 Stelle avvengono, oltre che sul profilo e blog di Beppe Grillo o di altri politici (Bersani, Berlusconi, Vendola), anche sui Wall Comments dei profili di contro-informazione, giornalisti o testate giornalistiche.
I social network dunque sono i luoghi digitali nei quali si concentra la grande maggioranza dei post. Un ordine di gerarchia che diventa ancora più netto in prossimità della tornata elettorale dello scorso weekend. Solo nella giornata di lunedì 7 maggio, giorno di chiusura dei seggi e di diffusione dei risultati delle consultazioni, si sono generati sul web circa 8.300 messaggi sul Movimento 5 Stelle, più del doppio di quanti rilevati nello stesso giorno per il Partito Democratico (poco più di 3.500). Una giornata durante la quale la ricerca della notizia in tempo reale e dell’anticipazione o indiscrezione ha potuto prendere luogo proprio sui social network, con il 72% dei post su Beppe Grillo provenienti da Facebook e il 24% da Twitter.
L’esito di queste consultazioni elettorali non è dunque da ritenersi solamente di natura politica. Secondo Nielsen vi è un segnale di mutamento sociale, trainato proprio dalla rete. I social media hanno mostrato tutto il loro potere di aggregazione, creazione di consenso e opinione, finendo per influenzare i comportamenti, non solo online, ma anche off line. I ‘grillini’, sfruttando il passaparola digitale, sono passati poi ad agire sul piano concreto, con un gesto reale - ovvero il voto sulla scheda elettorale - e conseguenze altrettanto tangibili: il primo sindaco 5 Stelle, i ballottaggi e il numero dei consiglieri comunali.
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