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Marianna Martino, titolare Zandegù
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Giovani talenti/ Editori

06/12/2007

Marianna Martino ha una sua casa editrice, a Torino. Si chiama Zandegù e si occupa di narrativa italiana di stampo surreale. Dal 2006 sono usciti 12 suoi libri, tra romanzi, raccolte e guide divertenti. Yumark l’ha voluta conoscere. Ha 24 anni.

”Anche nel nostro paese i giovani possono riuscire. Se si impegnano molto e se viene data loro, e non è sempre facile, una possibilità per esprimere le loro capacità”. E’ l’opinione di Marianna Martino, sollecitata dal nostro istintivo commento sulla sua età.

Come è nata l'idea della tua casa editrice?
"L'idea della casa editrice è nata a fine studi. Dopo la trafila dell'invio a vuoto dei curriculum, ho pensato di buttarmi e provare a lavorare per conto mio. Non nego che determinante è stato il supporto dei miei genitori, così come già esisteva la mia passione smodata per la narrativa e i libri. Ho semplicemente cercato di incanalarla in un progetto pratico e originale”.

Ci vuole coraggio a fare l'editore nel nostro paese, come riuscirci e con quali obiettivi di sviluppo?
”Non solo coraggio, ma molto, molto coraggio. Oltre a passione, determinazione e tanto lavoro, bisogna anche essere disposti a sperimentare. L'obiettivo di Zandegù, infatti, è diventare sinonimo di editoria di alta qualità, di progetti di comunicazione audaci e innovativi”. 

Italiani popolo di scrittori, ma come si riconosce il vero talento? quanti manoscritti vi arrivano ogni mese, quanti quelli buoni?
”Per riconoscere un buon testo ci vuole istinto e una buona base di letture precedenti. Il manoscritto che vale è quello dallo stile accattivante e fluido, con una storia solida e originale, che parte da un punto A per arrivare a B. Ogni mese mi arriveranno circa venti manoscritti, ma quelli validi sono davvero pochi”. 

Come pubblicizzi la tua casa editrice?
“Il lavoro di ufficio stampa e comunicazione è molto curato e attento. Oltre al sito, ci occupiamo di ‘battere’ minuziosamente la rete e tutti i quotidiani e le riviste italiane”.

Qual è il vostro modello?
”A dire la verità nessuno, miriamo ad essere il più originali e meno omologati possibile per non farci influenzare”. 

Secondo voi come stanno cambiando i codici comunicativi del pensiero scritto? Le tendenze parlano di un prepotente ritorno alla magia della 'penna'. Concordate o per il momento i giovani allo stile preferiscono il fast semplificato dell'online?
”La penna, o la tastiera del pc o della macchina da scrivere, non è mai stata abbandonata del tutto. La gente ha bisogno di scrivere, di sfogare i propri problemi e ansie, come in un diario. Credo che per i pensieri di una certa rilevanza carta e penna siano più apprezzati della brevità e impersonalità di un sms”.

Ma i giovani leggono?
"Molto poco”.

Secondo il vostro osservatorio, dunque dai contenuti delle storie che ricevete e, soprattutto, dai dati di quelle che vendete di più, quali sono i temi e gli argomenti che interessano maggiormente il vostro target, dunque i 20-40 enni?
"Non saprei. Zandegù pubblica narrativa surreale, una nicchia di mercato molto ristretta, per un certo tipo di lettori curiosi e attenti. Se, invece, mi si chiede qual è l'argomento più trattato dai manoscritti che arrivano in casa editrice, e forse, quindi, anche uno di quelli preferiti nelle letture, posso dire senza dubbio l'amore, la coppia e la sua crisi”.


 

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