Sei in: Youmark > Rubriche > Trend
Barbara Kennington, direttore creativo Wgsn.
rss

Trend 2009, il nuovo passato

29/11/2007

Connetti, trasforma, rendi straordinario. Questa l’estrema sintesi degli imperativi dei trend 2009 presentati da Wgsn. Con la creatività dell’est a far tremare la vecchia Europa, Italia compresa. Perché il lusso oggi è un nuovo modo di coinvolgere il consumatore. Più sostanza che apparenza, verso una polarizzazione estrema, in cui o è ‘super’ o è ‘massa’. Come spiegato a youmark da Barbara Kennington, direttore creativo Wgsn. Mentre Elisabetta Tangorra, direttore Luxory Box McCann, alla nostra telecamera comunicava che nel lungo la tendenza più nuova è il ritorno all’antico.

Lusso come laboratorio del nuovo, come spazio d’innovazione. Moda come una delle espressioni del lusso. Forse la più dinamica, quella che più ricettivamente veste i cambiamenti e per certi versi li anticipa e sollecita. Il tutto avvolto dalle cosidette ‘macro tendenze’, quelle che trasversalmente definiscono i codici di linguaggi, comportamenti, stili e forme. E sono sempre più globali, seppur non dimenticando di alimentare le diverse ‘anime’ locali. Al punto che Barbara Kennington mette in guardia i paesi occidentali. Italia compresa. Lo spostamento della produzione nell’est del mondo, infatti, inizia a mandare in crisi anche la supremazia creativa della vecchia Europa, aprendo nuove sfide. Da Tokyo alla stessa Cina.

Connetti, trasforma e rendi straordinario. A pronunciarli sembrerebbe che nulla sia cambiato rispetto a quanto ci siamo già abituati a vivere. Ma è nella disamina delle modalità del loro plasmarsi al futuro che le differenze si fanno lampanti.

La connessione, infatti, non è più la spasmodica corsa verso un mondo ‘always on’, quanto piuttosto un dinamismo che si colora di sensorialità, puntando ad approcci comuni da condividere, in una tendenza alla rigenerazione. A esprimerne il ‘corpo’ sono i colori, ma anche il senso di un contemporaneo adattamento. Della città a noi, e nostro alla città, riscoprendone i luoghi abbandonati, esplorando. Anche l’esperienza dell’acquisto punta a una nuova connessione con il consumatore, nel predominare di una fisicità autentica. Come è il caso in Germania di un negozio di articoli sportivi che riproduce le condizioni in cui le attrezzature verranno utilizzate. C’è persino una piscina dove far testare le scelte ai sub. Il tutto vivacizzato dalla riscoperta della dimensione ludica della vita, portando alla ribalta i giochi della tradizione, in quanto genuini, concreti, reali.

Trasformazione. Si riconcilia la dicotomia tra realtà e finzione. Perché da un lato trasformare significa esplorare nuove frontiere spingendosi alla proposta del ‘finto’ dell’artefatto, dall’altro denudare le cose, facendo vedere effettivamente come sono. L’età non conta più, conta la sua percezione. Anche perché chirurgia e cosmesi consentono di trasformarsi in base a come ci si sente d’essere. Piacciono i materiali ‘transitori’, che non definiscono forme stabili, in una nuova estetica in cui la fantascienza diventa parte della quotidianità, spingendosi oltre i confini del gusto e dello stile. Come nella cucina molecolare, dove grazie alla chimica il cibo si reinventa, con consistenze diverse a seconda delle occasioni di consumo.

Lo straordinario diventa la normalità. Il condividere valori comuni, il prendersi del tempo, per una vita più semplice e gradevole. Domina la ricerca dello chic eterno. Rinasce la comunicazione personale, il biglietto di ringraziamento, la lettera, la telefonata. Così come nuovamente assume importanza la storia, le proprie origini, la dimensione di quello che fu.

Emergente un generalizzato anticonsumismo, che intende elevare il consumo a qualche cosa di speciale. Pretendendo sostanza, verità, storicità in quanto si acquista. Non a caso gli stilisti e i designer del lusso progressivamente si libereranno dei ritmi delle stagioni, proponendo le loro collezioni solo quando effettivamente avranno qualche cosa di nuovo da comunicare.

Insomma, come suggeritoci da Elisabetta Tangorra, la tendenza più nuova e ad ampio respiro è il ritorno all’antico. Alla sostanza, alla qualità, all’oggettivazione del valore del lusso. Slow wear contro fast fashion. Ma non in termini assoluti. Ogni marca, ogni player, infatti, dovrà giocare la sua partita definendo il proprio modello di business. 

Magari facendone coesistere differenti, nell’obiettivo di arrivare al consumatore finale con una proposta che sia per lui rilevante. Perché oggi il lusso si coniuga con l’esperienza, non con il solo possesso. La pubblicità, dunque, da sola non basta più. Cruciali diventano punto vendita e servizio, nell’ottica della fidelizzazione. Per giustificare il premium price, per generare passaparola. Raccontando la propria storia, inventando il proprio sogno. Perché i mondi aspirazionali proposti siano rilevanti, incisivi, sorprendenti.

 

guarda tutti i Trend


Giorno Settimana Mese