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Furlanetto/A+: all’innovativo il quantitativo serve. Così come alle agenzie un buon posizionamento

01/07/2011

Intendendo porre l’accento sulla difficoltà anche per la razionalità numerica di aiutare chi si impegna a posizionare la aziende, senza pensare a farlo per se stesso. Quando, invece, è proprio da lì che il sistema dovrebbe ripartire. Spesso, infatti, le agenzie nostrane non riescono a esprimere al massimo le loro capacità nell’interesse del mercato. La corsa al ribasso, dunque, altro non è se non il riflesso del sopra annunciato problema. Diversamente, parleremo solo di ottimizzazione dei costi. Che è poi quanto le aziende vogliono dai loro consulenti. Intendendo ricevere prova della razionalità delle scelte. Anche oggi, anche in un momento in cui la comunicazione parla di un nuovo apparentemente imponderabile. Perché se innovazione fa rima con passione, va altrettanto a braccetto con ragione. Nel senso di razionalizzazione, quantificazione e giustificazione. 

Come al microfono di youmark spiega Paola Furlanetto, fondatrice e ceo A+ Advertising Audit, incontrata ieri a Milano, in occasione del Milan Auditing Innovation, conferenza annuale di A+ Audit Bureau. Con la consulenza dell’agenzia Aida Partners Ogilvy PR, infatti, l’incontro ha posto l’accento su come generare, sviluppare e misurare gli effetti dell’innovazione in comunicazione. Che non è caotica e intrinsecamente refrattaria a qualsiasi tentativo di quantificazione. Semplicemente, richiede l'adozione di metriche, modelli e Kpi specifici per i nuovi media. E sono queste le risposte attese dal mercato.

 

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