DLV BBDO, Vigorelli lascia. Belli: è la svolta, a iniziare dal nome. Molte le novità
29/06/2011
La notizia non è stata una sorpresa, pur restando il dispiacere della separazione. L'uscita di Gianpietro Vigorelli dalla sigla da lui fondata e poi diventata D'Adda, Lorenzini, Vigorelli, BBDO era infatti già stata scritta l'anno scorso, quando Nicola Belli aveva fatto il suo ingresso con la carica di amministratore delegato iniziando a ereditarne il testimone.
Ora che l'ultimo dei soci fondatori ha lasciato (Maurizio D'Adda da diversi anni non era più attivo per motivi di salute, Riccardo Lorenzini è uscito nel giugno 2008), per la D'Adda, Lorenzini, Vigorelli, BBDO si apre una nuova fase. O meglio, per la DLV BBDO, perché questo d'ora in poi sarà il nome dell'agenzia, a sottolinearne la svolta, mettendo definitivamente da parte la long version.
Un vero e proprio cambio di pelle, ci spiega Belli, non traumatico ma necessario perché i tempi sono cambiati. Esprimendo piena soddisfazione per quanto fatto da quando è arrivato: "in un periodo difficile, con l'impegno di tutto il team sono state portate a termine molte acquisizioni locali, da Freddy a Cielo, da Telecom a Safilo, da Yamaha Motor Italia a Cam, da Stage Entertainment a Fpm Fabbricapelletteriemilano. Senza tralasciare il lavoro di network, essendo DLV BBDO stata coinvolta in diversi new business internazionali. Abbiamo attivamente dato il nostro contributo e vinto budget come quello di Marionnaud Profumerie".
Per quanto riguarda Proximity, continuerà a esistere come digital company BBDO, ma d'ora in poi anche questi progetti rientreranno in DLV BBDO "perché non possono più esistere distinzioni, alla comunicazione di oggi servono tutte le discipline".
Non a caso, dopo le recenti uscite, arrivano altre forze, che meglio rispondono alla DLV BBDO del futuro (a breve saranno ufficializzati i nomi). "Un saldo in positivo, perché il numero degli ingressi supera quello delle persone che hanno imboccato altre strade. E se ne aggiungeranno anche altri".
Infine, una riflessione sull'ultimo Cannes Lions. "Certo non sono contento, anche quest'anno ne siamo usciti a pezzi. Ma non credo sia tutta colpa nostra. Da sempre il 70% dei leoni se li spartiscono gli anglosassoni e gli americani. Insomma, c'è qualcosa che stride. Non credo che alcune nostre campagne, come Freddy e Carrera, siano da meno di altre entrate in shortlist o premiate. In ogni caso ho già detto ai nostri creativi che nel 2012 dobbiamo vincere qualcosa. Ma il Festival non deve essere l'unico obiettivo di un pubblicitario. Alla fine, quello che mi interessa è creare campagne efficaci per i nostri clienti e per le loro marche".
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