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Paolo Gentiloni, ministro delle comunicazioni
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Faccia a faccia internet-politica

09/11/2007

Per internet la legge sull’editoria non va bene. Ma se chiaro risulta cosa non fare, delicato è il problema dell’agire. Sposando l’impostazione di una ‘carta dei diritti internet’, il ministro delle comunicazioni Paolo Gentiloni crede nella necessità di non ‘imbavagliare la rete’, seppur ammettendo che le regole dell’off line non possono venire completamente dimenticate nell’on. Con un’urgenza: l’eliminazione del digital devide.

Stiamo parlando dell’intervista in diretta che ha visto Luca De Biase, caporedattore 'Nova 100 Il Sole 24 Ore', e Gentiloni protagonisti ieri del palco di apertura della seconda giornata dell’edizione 2007 dello Iab Forum. Con la leggera delusione di un collegamento via satellite, pienamente scusato dalle ragioni dell’assenza. Il ministro, infatti, partecipava ai funerali di Enzo Biagi, che hanno coinvolto anche il pubblico, in un prolungato corale applauso.

La prima notizia riguarda l’impegno per rendere, entro il 2011, la rete un diritto di tutti, come lo è quella elettrica o idrica. Anche perché, se apparentemente il digital devide riguarda solo il 10% della popolazione italiana, in realtà sono ben 3.000 i comuni che ancora vivono l’isolamento. Ma non significa una forma di sostegno a internet, confermata invece per le emittenti locali, perché il governo sente di farlo solo sul piano tecnologico.

Grande la fiducia nel WiMax, al punto che, sollecitato a pronunciarsi circa la validità delle scelte effettuate, il ministro, confortato dalla sintonia con quanto accaduto in Francia e Germania, anche in merito alla discussa inclusione degli operatori della telefonia, difende la valutazione. In nome dall’impegno finanziario che la gara implica, visti i necessari successivi investimenti in infrastrutture, oltre all’esborso per la base d’asta.

In quanto ai contenuti, come sopra già detto, la rete sembra poter dormire sonni tranquilli, blog e affini non dovranno fare i conti con l’accusa di diffamazione a mezzo stampa. E un sospiro di sollievo lo tira anche Gentiloni, visto che nel suo blog un post di recente introduzione appellava a mafioso un certo personaggio politico. 

Liquidata la legge sull’editoria, anche in tema di peer to peer e copyright ammette ci sia ancora di che ragionare. Di sicuro la via non è l’imposizione, quanto piuttosto la concertazione. Non a caso il superamento della Legge Urbani è nell’aria e la fine di novembre vedrà la realizzazione di un tavolo composto da Ministero delle Comunicazioni, Ministero dei Beni Culturali, rappresentanti degli internet provider, produttori cinematografici e musicali. A quest’ultimi, poi, il consiglio di ‘aiutarsi’ offrendo al mercato prodotti a tariffe competitive.

In tema di ‘neutralità della rete’ , il ministro o glissa o fraintende, tornando a spostare l’attenzione su copyright e pirateria. 

Infine, circa l'investimento internet atteso per la prossima campagna elettorale, in Italia non potrà raggiungere le dimensioni statunitensi, sia perché non sorretto dalle operazioni di found rising, sia perché vorrebbe dire discriminare alcuni cittadini.

 

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