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Universal Music Italia: la musica non è eterna. Se non c’è chi la produce, muore

04/04/2011

Dal 2000 ad oggi -60%. E’ quanto ha perso l’industria discografica, senza potersi avvantaggiare delle entrate dei concerti, dalle case discografiche non gestiti. Eppure l’investimento a monte perché l’evento sia di successo, perchè ci sia qualità, è tutto loro. Con il pericolo che non si costruisca più nel nuovo, erodendo pure quella fonte d’entrata non supportabile da artisti mordi e fuggi che non sanno certo riempire gli stadi. Il tutto riconducendo al problema della pirateria. Che in Italia, arretrata già ai tempi dei cd, si fa mostruoso (in Usa, invece, il digitale legale rappresenta già il 30-40%). Auspicando per il futuro regolamentazione. Perché la musica già dice di mettercela tutta. E prezzi più bassi di così, non si può. 

Al microfono di youmark Fabio Riveruzzi, digital manager Universal Music Italia.

 

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