Auguri donne! Ma non era questa l’era del no target? Evviva le persone
08/03/2011
Che dire, quanta categorizzazione. Troppa, a nostro avviso, soprattutto per quella che dovrebbe essere l’era della fine dei target, della rivalsa dell’io. Così youmark per la festa della donna si limita a osservare. Molta la carne al fuoco, al punto che, nel calderone dell’essere donna, oggi ognuno trova spazio per gettare il cerino della sua personale frustrazione, nella certezza di contribuire ad alimentare quanto sta per diventare un grande ed indifferenziato falò. Ma attenzione a non restare poi con l’ultimo in mano. Perché il rischio è la sterile polemica, l’appiattimento a un comune denominatore che sembra unire nel corale no a un presunto condiviso nemico, salvo perdere di vista il senso della lotta e le rispettive posizioni. A ben vedere, infatti, già tutto dovrebbe essere superato nell’addio a qualsiasi target.
Specie quelli discriminati per età e sesso. Insomma, che fine fanno in tutto ciò le persone? Ecco perché per la festa della donna il nostro augurio va agli individui, soprattutto a quelli che possono e vogliono sentirsi tali, liberi da preconcetti e massificazioni (ascolta il parere a proposito di alcune studentesse Ied). Sapendo scegliere quel po’ di verità che in ogni generalizzazione sa nascondersi.
Dall’esternazione, (peraltro non certo inedita) di Oliviero Toscani all’iniziativa realizzata dal ministro Pari Opportunità Mara Carfagna con l’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria. Dal progetto 'Non chiederci la parola' al sedere scelto da Terry Richardson per rappresentare Silvan Heach. Dal brusio su social network e blog alla presa di posizione del neo presidente Adci Massimo Guastini. Dal bunga bunga alla pubblicità dell’ultimo libro di Marra. Dal sondaggio di Pianetadonna.it (la donna dell'attualità in cui in più si identificano è Belen Rodriguez, seguita da Emma Marcegaglia) al pensiero AssoComunicazione.
Ne ha dato voce proprio ieri il suo vicepresidente Gianna Terzani, attraverso un comunicato che recita: “l’immagine femminile ricorre spesso nell’advertising e certamente non è indice di creatività né di competenza l’uso che se ne fa in modo indiscriminato ed ingiustificato. Un uso che sconfina nella volgarità, ovvero l’opposto dello stile e del pensiero strategico che dovrebbe contraddistinguere chi ha scelto il mestiere di comunicare. Un azzeramento estetico che mortifica la donna ed indebolisce tutto il mondo della comunicazione, un mondo invece, fortunatamente, fatto di molti professionisti, donne e uomini che lavorano insieme negli stessi valori e principi. La polverosa idea dominante che il corpo femminile ‘fa vendere ogni cosa’ è quella che per prima ne ha prodotta la mercificazione, è quella che da sempre mina la forza creativa, annebbia la buona reputazione di un brand, frena l’evoluzione sociale. Al pari, ogni battuta stereotipata, ogni posizione fintamente provocatoria, ogni antiquata esternazione che riduce noi donne a tre misure, non fa che alimentare la violenza di pensiero, di parole, d’immagine, di azione che oggi in Italia ha toccato un apice inaccettabile, quindi il suo limite. Un limite, a ben vedere, determinato dal limite di pazienza raggiunto dal mondo femminile italiano. Un mondo vasto, di cui gran parte ha scelto la rete per confrontarsi ed unirsi, un mondo che va oltre gli schieramenti politici. Con questo mondo AssoComunicazione è disponibile a confrontarsi, portando il proprio contributo professionale. Di questa esigenza ci eravamo già peraltro trovati a parlare alcuni mesi fa con esponenti di Aippi, Iap e Upa. Credo che i tempi non solo siano maturi, ma che lo impongano. Ben vengano quindi tavole rotonde, appuntamenti, workshop o momenti formativi. L’obiettivo è far crescere consapevolezza e competenza nella comunicazione di genere, evidenziandone potenzialità e vantaggi culturali, sociali ed economici. Sono certa che, in questo percorso, metteremo cura, determinazione e sensibilità di cui noi donne siamo ben dotate, ma anche la capacità visionaria e la solida professionalità di tutti noi comunicatori”.
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