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Teen 2.0 in rete senza abusi. ‘Non perdere la Bussola’, basta una mail. Porte aperte ai genitori

13/01/2011

Da un’analisi quali-quantitativa, condotta nel 2010 su 30.000 adolescenti (età 13-18) attraverso questionario anonimo in classe, la Polizia Postale delle Comunicazioni ha rilevato che il 95% naviga da casa in media 6/8 ore al giorno. Di questi il 39% lo fa in assoluta solitudine, il 41% sporadicamente in presenza di un genitore, il 20% sempre con un genitore. Ma ad allarmare è il dato che vede ben il 17% dei ragazzi dichiarare di aver subito un tentativo di adescamento pedopornografico in chat, senza averlo mai confidato ai genitori. Ecco perché si è reso  necessario 'Non Perdere la Bussola', progetto, oggi giunto alla sua seconda edizione, che vede famiglie, educatori, autorità governative e non, operare insieme per tutelare la cosiddetta generazione di figli 2.0.

Nato dalla collaborazione tra Google-YouTube e Polizia Postale delle Comunicazioni nel 2009, vuole formare e informare adeguatamente i giovani sui temi della sicurezza in rete e dell’uso corretto e responsabile di internet. Da quest’anno, avvalendosi anche del supporto del Ministero della Gioventù (ascolta al microfono di youmark il Ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, il responsabile progetti educativi e navigazione sicura dei minori sulla rete internet della Polizia Postale, Marco Valerio Cervellini, e l’head of policy and communications strategy Emea di Google, Scott Rubin).

Tutte le scuole possono aderirvi scrivendo a polizia.comunicazioni@interno.it, ospitando lezioni e workshop (nel 2009-2010 sono stati più di 180mila gli studenti coinvolti, di oltre 450 scuole di tutta Italia) sui temi della tutela della privacy in rete, sulla netiquette e di conseguenza sulle norme delle community online, sulla condivisione di contenuti generati dagli stessi utenti (ad esempio, i video caricati su YouTube o le foto postate su Facebook), sulle modalità di segnalazione di contenuti inappropriati, sulla tutela del copyright, riservando particolare attenzione agli episodi di cyberbullismo.

E, novità di questa seconda edizione, possono partecipare anche i genitori. Perché internet rappresenti realmente quanto è, uno strumento di accrescimento, un’opportunità, culturale, di rapido reperimento di fonti e informazioni, un mezzo di socializzazione (18 milioni di italiani sono sui social networks, 13 sul solo Facebook, in media per 6 ore al mese), mettendo al riparo tutti dai rischi.

E siccome per educare bisogna prima educarsi, oltre alla possibilità per i genitori di partecipare ai workshop, è stato anche creato il ‘Centro per la Sicurezza Online per la Famiglia’, con tutte le informazioni e i suggerimenti di diverse associazioni, tra cui Save The Children, Telefono Azzurro e Terre des Hommes, partner dell’iniziativa. Anche perché una survey, condotta su un campione di oltre 500 genitori di bambini tra gli 8 e i 13 anni, dimostra come appena il 18% conosca le nuove tecnologie e sia quindi in grado di affiancare i propri figli nell’uso dei new media. 

Dal nostro corrispondente a Roma Francesca Mautone

 

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