Date a Cesare quel che è di Cesare
26/10/2007
I new media hanno creato nuove vie di comunicazione. Le professionalità si fondono e confondono. Le Pr mettono i paletti e delineano l’area di propria competenza.
Certo è che si è aperto un nuovo canale di comunicazione, dando respiro a un comparto che lanciava in alcuni casi segnali di fiato corto. Vuoi per le professionalità che sono nate o si sono reinventate, vuoi per il risveglio di creatività aperto dalle nuove sfide, sicuramente tutto il settore ne ha guadagnato.
Ma come sempre succede dove c’è ‘trippa per gatti’ e quando si rimescolano le carte, oggi sembra che tutti siano bene o male capaci di fare tutto. Quella che un tempo era diventata specializzazione ora non c’è più, o meglio, c’è, ma nello scacchiere dell’olistico e dell’integrato si vendono anche altre competenze o si scoprono forme di partnership e alleanze laddove ce n’è bisogno, perché un cliente perso è un cliente perso. E nessuno se lo può permettere.
Ecco che allora Ketchum mette le mani avanti e commissiona a Astra Ricerche di Enrico Finzi uno studio per scoprire quanto e come il web sia utilizzato oggi all’interno delle aziende ma, soprattutto, quanto e come verrà utilizzato domani. Per dire che se blog, forum, chat e podcasting devono essere, le strutture più deputate sono quelle che fino ad oggi si sono occupate di relazioni pubbliche, anche se nella maniera più tradizionale.
L’indagine ha coinvolto 1.020 imprese che investono in comunicazione, a cui è stato inviato un questionario per autocompilazione. 18% la full redemption, vale a dire 189 elaborati completi in ogni parte. Poche le sorprese sul fronte dell’utilizzo, con gli heavy user individuabili nella fascia di età inferiore ai 35 anni e gli impiegati (82%) più connessi dei salariati.
Il dato positivo è che oggi l’84% delle aziende dispone di un sito o di un portale, il 32% fa vendite online, il 19% acquisti online e il 17% social networking. Tutte percentuali che, stando alle dichiarazioni, nei prossimi anni sono destinate a aumentare. Anzi, il 32% prevede che l’incremento sarà fortissimo. A beneficiarne anche le web Pr, in primis per la ineluttabile necessità di innovare, ma anche per il buon rapporto costi/risultati.
E se il 10% degli intervistati non sa rispondere e il 5% dice che tutto sarà gestito internamente, il 66% del totale dichiara di prediligere un’agenzia di Rp in grado di lavorare sia in modo tradizionale sia tramite l’online, per un’ottimale integrazione tra strumenti e canali.
Contento, ovviamente Andrea Cornelli, presidente di Ketchum Italia, che sottolinea una sfida interessante per il suo comparto: la capacità di sapersi confrontare con i social network e le community. Sempre più influenzatori e capaci di tirare fuori il ‘vero’ della rete.
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