Oggi l'editoriale lo scrivo io/Stefania Siani - Anna Magnani, il Nobel e la Pubblicità
22/11/2010
Non mi sono mai interessata al dibattito se la pubblicità sia o meno da considerarsi una forma d'arte perché ho l'assoluta certezza che non lo sia, mentre si tratta a tutti gli effetti di una disciplina umanistica.
E visto che lo è, questo lavoro richiede una grande sensibilità. Una sensibilità viscerale. Sin da bambina ho nutrito una straordinaria passione per Anna Magnani. Avevo meno di dieci anni quando la vidi con lo sguardo febbrile, i capelli spioventi su quelle occhiaie inverosimili. Così bruna, pesta e immensa, per me rimane tuttora la donna più bella del mondo.
Anna Magnani c'entra col nostro mestiere, con le capacità attoriali che dobbiamo dimostrare quando ci si chiede di identificarci e di comprendere il catalogo di varia umanità a cui ci rivolgiamo. Perché lei riusciva nelle sue performance di attrice a dare voce all'umanità di un paese intero.
A questo proposito volevo condividere con voi il più bel brief sul target umano che nessun account sarebbe mai stato in gradi di scrivere, che non comincia con 18-35 nè con focus 35-45, che è poi la ragione per cui ancora nessun uomo del mondo della comunicazione è stato candidato al Nobel.
Lei si chiama Wis³awa Szymborska e lo ha vinto nel 1996.
"fatta 100 la popolazione mondiale
che ne sanno più degli altri: 52
insicuri ad ogni passo: quasi tutti gli altri
pronti ad aiutare purché la cosa non duri molto: ben 49
buoni sempre perché non sanno fare altrimenti: 4, bè, forse 5
propensi ad ammirare senza invidia: 18
viventi con la continua paura di qualcuno o qualcosa: 77
dotati per la felicità: al massimo non più di 20
innocui singolarmente che imbarbariscono nella folla: di sicuro la metà
crudeli se costretti dalle circostanze: è meglio non saperlo, neppure approssimativamente
ripiegati, dolenti e senza torcia nel buio: 83 prima o poi
degni di compassione: 99
mortali: 100
Leggendo pagine come questa mi viene da pensare che se anche immaginiamo il futuro, raccontandolo su slide intelligenti e connesse al nostro status che possiamo aggiornare in real time facendo un sent from my blackberry, non avremo ancora fatto bene il nostro lavoro.
Perché anche se è 'so old' e superatissimo da dire, la cosa che vorrei più di ogni altra e che questo lavoro tornasse ad essere un lavoro umanistico.
Stefania Siani, direttore creativo D'Adda, Lorenzini, Vigorelli, BBDO
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