Coop invita all'uso responsabile dell'acqua, ma le Fonti di Vinadio non ci stanno
08/10/2010
Nessun dubbio sull'eticità dell'iniziativa. Il consumo corretto dell'acqua ci trova sicuramente tutti concordi. Ne utilizziamo troppa (in Italia 237 litri a testa al giorno per mangiare, lavare, far funzionare siti produttivi e agricoli e via dicendo), a volte la sprechiamo. Da questi presupposti nasce l'invito di Coop a riflettere, forte della sua anima 'sociale' che già in passato l'ha vista prendere posizione su altri temi di interesse comune, come la campagna per eliminare i polifosfati dai detersivi o la sostituzione degli shopper di plastica.
'Acqua di casa mia' nasce da questi presupposti. Una campagna consumerista, sviluppata su tre filoni informativi che, oltre alla situazione in Italia delle acque del rubinetto e gli sprechi idrici, ne va ad abbracciare anche un terzo, quello delle acque minerali con le loro caratteristiche specifiche e mappatura. E sì, perché, anche loro, dice la Coop, un po' di 'colpa' ce l'hanno. Per l'imbottigliamento e il trasporto su gomma di 100 litri d'acqua che viaggiano per 100 km si producono emissioni almeno pari a 10 Kg di Co2. Se invece si sceglie l'acqua del rubinetto, spiega, per ogni 100 litri erogati si emettono circa 0,04 Kg di Co2. Con un impatto ambientale che riguarda anche i rifiuti prodotti, solo in parte oggi differenziati e riciclati. Sottolineando inoltre che di tutta l'acqua che un cittadino italiano consuma in un giorno, quella minerale rappresenta circa un cinquecentesimo. Mezzo litro contro 250 litri, mezzo litro che costa più o meno quanto gli altri 250.
Dunque è arrivata l'ora di cambiare registro. E Coop lo fa a partire dal funzionamento sostenibile dei propri punti vendita per evitare sprechi nei consumi idrici, fino ad arrivare alla riorganizzazione della corsia delle acque (messo in preventivo che l'iniziativa costerà un 10% in meno di bottiglie vendute) con informazioni sia sulla localizzazione delle principali acque minerali presenti in Coop sia sulle caratteristiche degli oligoelementi, più visibilità alle acque locali (ha inserito due nuove fonti alle sorgenti Grigna e monte Cimone, il che significa 235mila Km l'anno percorsi in meno), l'introduzione di caraffe, gasatori, filtri e degli strumenti necessari a controllare e migliorare l'acqua del rubinetto (prossimo il lancio della caraffa con filtro Coop che costerà un 30% meno di quella del leader di mercato). Senza dimenticare l'alleggerimento della bottiglia di acqua minerale a marchio (valgono il 18% del totale venduto nei propri punti vendita).
Il tutto supportato da una campagna di comunicazione integrata a firma Y&R (1 milione l'investimento) con spot (testimonial sempre Luciana Littizzetto) on air dal 10 ottobre, annunci stampa, materiali informativi per il pdv e banner per il web; attività di educazione al consumo consapevole rivolte alle scuole; creazione della comunità online 'Risparmia l'acqua'.
Tenendo a sottolineare come non si tratti di una dichiarazione di 'guerra' nei confronti dei produttori di acque minerali, piuttosto un invito a fare squadra per il bene comune. Invito che evidentemente non è stato colto appieno da Alberto Bertone, presidente e ad Fonti di Vinadio Acqua Sant’Anna, che preferisce mettere alcuni puntini sulle 'i'.
Giudica deleterio, ad esempio, questo "sempre più insistente accanimento contro l'acqua minerale come prodotto". Un attacco che, a suo parere, rischia di creare un grave danno economico, non solo ai produttori, ma ai milioni di persone che lavorano grazie all’acqua minerale. Sottolineando come i problemi di inquinamento dovuti alla produzione, smaltimento delle bottiglie e al loro trasporto, sono certamente reali - e comunque riducibili - ma riguardano tutti i prodotti di largo consumo che abbiamo nelle nostre case.
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