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Marco Freccia: lascio Wlf per crescere

08/07/2010

Nel senso di sfida professionale, voglia di cimentarsi in una nuova avventura, sperimentare quanto il percorso fatto finora sia valido trampolino per altri traguardi. Non nascondendo che l'idea di mettersi in proprio, insieme a Sofia Ambrosini e Stefano Volpi, direttori creativi dell'agenzia anche loro dimissionari, lo abbia sfiorato. Ma fino a fine mese, quando non occuperà più la poltrona, niente di più ufficiale si può dire. Approdato come amministratore delegato nell’agenzia di pubblicità del network Brand Portal a luglio del 2007 (lasciando analogo incarico che ricopriva dal 2001 nell'allora Lowe Pirella), Freccia si vuole dunque rimettere in gioco.

Si volta pagina
"Considero il mio percorso qui concluso, forte anche dei risultati ottenuti. Ero stato chiamato per rilanciare la struttura, credo di esserci riuscito. Ora voglio fare cose diverse"

Vieni dall'advertising e di advertising ti sei occupato in un gruppo che è multispecialistico. Credi ancora nel suo valore o il nuovo che intendi significa aprirsi ad altre discipline di comunicazione?
"Nel nostro comparto l'advertising ha ancora un peso economico determinante".

Allora cosa hai imparato in questi ultimi anni?
"Che noi pubblicitari dobbiamo metterci sempre di più la faccia, che le figure senior fanno la differenza e che ai clienti interessano sempre meno i palazzi e le feste. Poche sovrastrutture, più sostanza".

In Wlf sei stato in parte imprenditore, tornare a lavorare in un network ti fa gola?
"Brand Portal mi ha insegnato molto in fatto di autonomia, responsabilità delle scelte e dei guadagni ad esse commisurate. Essere pagati a fronte dei risultati fa cambiare il modo di lavorare. I network sono sofferenti perché imbrigliati in problemi strutturali di difficile soluzione. Le agenzie italiane libere da vincoli hanno capacità di reazione immediata e possono operare scelte più lungimiranti nel tempo". 

 

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