Non fate quella faccia! Stiamo parlando dell’Italia 2010 a Cannes. E i toni languono
19/05/2010
Rendendo difficile l’approccio. Perché di anno in anno l’entusiasmo dei giurati sembra farsi sempre più sottile, sfidando pure l’anagrafica. Il parterre, infatti, che il nostro paese porterà nella giuria del Festival di Cannes 2010 non pecca certo per natali, sfoderando forse il più young con la presenza nella categoria film di Marco Venturelli, classe ’77 (che per il festival, tra l'altro, sarà già francese di adozione, visto che dal primo di giugno si trasferirà a Parigi, per lavorare sempre con Euro RSCG). E pure gli altri si difendono, tra l’altro tutte new entry, ad eccezione di Sergio Müller, giuria Direct, che già lo fece nel 2006. E che tra l’altro rialza le speranze del tricolore, parlando di lavori all’altezza e, pur non facendo nomi, il plurale usato già fa bene a un mercato che di successi ne ha bisogno.
Tanto da far venir la voglia di ricercare sociologiche premesse all’insoddisfazione. Forse la nostra pubblicità si è allontanata troppo dalla gente, non sa parlare all’extra settore, non sa affascinare, rapire, incuriosire o stupire? Qualunque sia il vostro pensiero, comunque, il senso sta nel valore che ad essa attribuiscono le aziende. Invitando tutte, di qualsiasi genere esse siano, a cambiare idea, tornado a interessarsi di creatività molto da vicino. Il che significa anche fare una capatina a Cannes che, nonostante l’allargamento del numero di categorie potrebbe far pensare a mero fatto di business, continua invece a essere termometro dell’eccellenza internazionale. Fattore per spostare sempre l'asticella della tendenza (il che non significa necessariamente verso l'alto, ma sicuramente in avanti), aggiungendo qualche cosa in pù al modo del comunicare futuro.
Mostrando come ragionare sulle singole specializzazioni serva anche ad allontanare il rischio di un integrato, magari pure globale, che disperde, a discapito dell’efficacia. Perché pensare piattaforme che devono funzionare su tutto, in tutti i paesi, significa a volte ottenere presentazioni che stregano, ma risultati che ‘piangono’, soprattutto se le operazioni vengono snocciolate e ragionate in ogni loro singolo e reale aspetto.
Ieri, a termine della conferenza stampa organizzata dall’'Art Directors Club Italiano per presentarli, youmark ha intervistato i giurati del prossimo Festival di Cannes 2010, nello specifico:
Flavio Mainoli, creative director - Jwt Italy (Giuria Press)
Sergio Müller, creative director - Rapp Italy (Giuria Direct)
Bruno Stucchi, creative director - Sudler & Hennessey e fondatore Dinamo (Giuria Design)
Marco Venturelli, creative director - Euro RSCG Milan (Giuria Film)
(Tra gli internazionali favoriti Venturelli cita Puma, ‘The Puma Hardchorus’ di Droga5; Procter & Gamble, 'Thanks Mom' di W+K Portland; ‘Aides Graffiti’ di TBWA Paris. Mettendo come difendibili gli italiani Ikea 'Prigione' di 1861united; Audi '38ml' della Verba; il film pro bono per Casa do Menor di McCann Erickson, il lavoro per Rolling Stone Magazine della D'Alv, BBDO, e il progetto di Saatchi & Saatchi per il Mibac).
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