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Pierre-Alexandre Chenel
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Yves Rocher, così presa dall'essere green, da dimenticarsi di comunicare

11/03/2010

Tanto che nel 2010 si torna nei media. Perché questa azienda, che compie 50 anni, presa più dal fare che dal comunicare rischiava di non essere più così creduta dai suoi consumatori. A cui, sin dalle origini, ha promesso rispetto della natura, lasciandosi affascinare dalle potenzialità cosmetiche dell’universo vegetale, coltivando 44 ettari di campi in agricoltura biologica (oltretutto con conseguenti risparmi, che vanno tutti a vantaggio del prezzo di vendita). Tanto che già dall’anno scorso è iniziata l’opera di rilancio. A partire dalla comunicazione, proseguendo quest’anno con i negozi monomarca, trasformandoli in Atelier de la Cosmétique Végétale. Senza dimenticare la vendita diretta, che continua a restare fondamentale. E continuando ad impegnarsi ‘green’, con 50 milioni di alberi nei prossimi 5 anni.

Come a youmark racconta Pierre-Alexandre Chenel, da poco insediatosi in Italia, quale direttore generale Yves Rocher.

Yves Rocher compie 50 anni. Non poche le metamorfosi. Almeno così sembra in Italia, dove, partiti con la vendita diretta avete poi cambiato strategia distributiva a favore di negozi monomarca. Come mai, la scelta si è rivelata vincente? Quali i vostri numeri in termini di fatturato, globale e italiano, e la quota di mercato detenuta?
“Non abbiamo abbandonato la vendita diretta, al contrario. Oggi le nostre due reti  - negozi monomarca e vendita diretta - hanno un peso uguale in termini di fatturato e hanno avuto una crescita positiva e molto simile nel 2009. I due canali sono assolutamente complementari poiché la rete di negozi monomarca dà un’importante visibilità aziendale e un’accessibilità ai nostri prodotti nelle maggiori città italiane. La vendita diretta ci permette invece di raggiungere le consumatrici anche nei piccoli centri. Nei prossimi anni contiamo di continuare a sviluppare entrambi i canali di vendita per aumentare la nostra quota di mercato italiano, ottavo per la cosmetica mondiale”.

Offrite prodotti a prezzi super competitivi, resi ancora più convenienti da continue promozioni sul punto vendita. Non è che un low cost così spinto penalizzi poi la percezione di qualità? Su cosa risparmiate per riuscirci?
“Alcuni prodotti hanno prezzi molto competitivi, ma questo dipende essenzialmente dal fatto che non siamo solo distributori, ma anche coltivatori e produttori. Questo ci consente di controllare le fasi di produzione e di non avere costi aggiuntivi di passaggi intermedi. Per quanto riguarda la percezione della qualità dei nostri prodotti, è elemento basilare del nostro rapporto con il consumatore. Yves Rocher è stato fin dall’inizio una marca generosa con le sue clienti e questo lo dimostra attraverso la gratuità - prodotti regalati, vantaggi della tessera fedeltà, regali - o le promozioni. È vero, però, che le nostre consumatrici avevano perso un po’ di vista il fatto che siamo più che dei semplici distributori di cosmetica. 

Per questa ragione, tre anni fa, abbiamo iniziato un vasto piano di trasformazione della marca per riaffermare i nostri valori e la nostra storia. Il primo obiettivo è stato rimettere in luce l’avventura pioneristica del signor Yves Rocher nel campo della cosmetica vegetale. Abbiamo creato e depositato il concetto di Cosmétique végétale, fondamento per una marca che sin dalle origini si è interessata dell’infinito potenziale del mondo vegetale come fonte d’efficacia, di sicurezza e di piacere. Ma anche valorizzato le nostre radici in Bretagna a La Gacilly, dove coltiviamo 44 ettari di campi in agricoltura biologica, puntando a una clientela che voglia condividere il nostro impegno per la protezione della natura”.

Come comunicate in Italia, quanto spendete l’anno e chi sono i vostri partner?
“Fino al 2009 abbiamo comunicato relativamente poco. Siamo senza dubbio un gruppo discreto, perché siamo un gruppo familiare. Solo che a furia di non comunicare i nostri valori e il nostro impegno, alcune clienti hanno finito per credere che non riuscissimo poi a concretizzarli. Di qui la voglia di iniziare a parlarne. Però sempre con la discrezionalità di chi ama farlo solo quando ha realmente qualche cosa da dire. Come succede oggi, con il piano di rilancio della marca. Nel 2010 andremo ad accentuare la nostra presenza nei media per dichiarare sempre di più e sempre più forte i valori della nostra marca”. 

Credete molto nella filosofia green che pervade tutto il vostro operato. Ma oggi è in grado di fare la differenza. C’è chi sceglie il vostro brand perché green?
 “A differenza dei nostri competitor, che seguono come se fosse una moda il concetto del green, noi siano da 50 anni impegnati e attivi nello sviluppo sostenibile. Nel 2007, in seguito ad un incontro tra Jacques Rocher e il premio Nobel della Pace Wangari Maathai, abbiamo lanciato l’operazione ‘Piantiamo per il Pianeta’ con la quale ci siamo impegnati a piantare 1 milione di alberi entro la fine del 2009. All’inizio di quest’anno ne sono già stati piantati 7 milioni, superando ogni aspettativa. Per i 50 anni della nostra marca abbiamo deciso di festeggiare promettendone 50 milioni nei prossimi 5 anni. Ma non solo. I nostri prodotti sono concepiti per limitare al massimo il loro impatto ambientale, pur mantenendone intatta l’efficacia, la sicurezza e il piacere che il loro uso sa regalare alle nostre consumatrici. Abbiamo inoltre lanciato la prima linea biologica Yves Rocher, Culture Bio, interamente eco concepita e a totale compensazione di carbonio. Il nostro credo è non dimenticare mai quello che dobbiamo alla natura”.

Quali sono le prossime mosse che avete in serbo per il futuro? il suo arrivo in Italia, dove si è appena insediato, cosa comporterà per la vostra azienda e per le sue strategie nel nostro paese?
“Il piano di trasformazione di Yves Rocher è già iniziato attraverso i prodotti e la comunicazione dell’anno passato, nel 2010 proseguiremo nella strategia con il cambiamento dei nostri negozi monomarca. Tutti i punti vendita Yves Rocher, infatti, diventeranno degli Atelier de la Cosmétique Végétale, un nuovo concetto di negozio, concepito come se fosse la bottega di un artigiano. Tutto è studiato nei minimi dettagli per creare un ambiente naturale e mettere in risalto i prodotti. Parallelamente, continueremo a crescere nel canale di vendita diretta, per essere sempre più vicini alle nostre clienti, attuali e future. Infine, punto essenziale, perché forza della nostra marca in Italia, le nostre consigliere di vendita diretta e i nostri partner dei negozi, cui apporteremo tutto il nostro sostegno per conquistare e fidelizzare già clienti e nuovi consumatori”.



 

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