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Giuseppe Corrado, presidente e ad The Space Cinema


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Il video di presentazione del nuovo marchio The Space Cinema
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Così Fabrica sbaraglia le 11 agenzie in gara. E il cinema si fa retail

02/11/2009

Per The Space Cinema un marchio animato. Che saprà far riconoscere già dall’esterno le sale facenti parte del nuovo network, nato dalla partnership tra 21 Partners (la private equity guidata da Alessandro Benetton ne detiene il 51%) e il Gruppo Mediaset (49%) e frutto dell’unione delle attività di Medusa Multicinema e di Warner VIllage Cinema. Ecco come Fabrica, chiamata in causa solo alla fine, extra gara, si è aggiudicata il budget. Specificando, però, che delle 11 partecipanti il discorso è ancora aperto con Future Brand e Lorenzo Marini & Associati circa la comunicazione del circuito medesimo, al via dal prossimo anno. 

Prevista per fine novembre, invece, la decisione sulla concessionaria, vedendo in competizione Opus (a oggi sembra essere la favorita, se non altro perché a lei già compete, e per altri due anni, metà del circuito in esame), Moviemedia, Sipra e Publikompass. Ipotizzando The Space Cinema di guadagnare dalla pubblicità dai 12 ai 14 milioni di euro (seppur oggi il media cinema non goda di massimo splendore), offrendo agli investitori possibilità integrate, dal product placement allo spot, dall’ambient media agli eventi, interattivamente. 

Perché qui il cinema vuole ragionarsi come entertainment a 360° appropriandosi delle logiche retail, ben conosciute da Giuseppe Corrado, presidente e ad The Space Cinema (guarda l’intervista rilasciata a youmark), grazie a un trascorso in Barilla, cui seguì l’esperienza Pagine Utili. 

Una visione che sinergicamente strizza l’occhio pure ai produttori, così da cambiare la regola per cui oggi tutti i film ‘costano’ uguali, a favore di un premio a quelli che sanno andare meglio. Offrendo al contempo maggiori opportunità al cinema indipendente che vale. L’obiettivo, infatti, è portare più gente al cinema. Meglio, nelle sale, convincendo con argomentazioni diverse (dall’happy hour allo shopping, dalla cena alla visione di trailer creati ad hoc), quelli che non ci vanno per niente. Ma anche aumentando la frequenza di chi già ci va.

 

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